L’inflazione rallenta a maggio, tornando sui livelli di aprile e attestandosi al +7,6%. A dirlo sono gli ultimi dati Istat. Che certificano anche una frenata della crescita dei prezzi del carrello della spesa, che però resta su livelli ancora molto più alti dell’inflazione: +11,2%. Proprio i dati sul carrello della spesa, inoltre, sono quelli che preoccupano maggiormente. A spiegare il perché è la Coldiretti, che lancia l’allarme sulle famiglie costrette a tagliare la quantità di cibo.
Sulla base dei dati dell’inflazione dell’Istat (con confronto tra il maggio di quest’anno e quello dell’anno precedente), Coldiretti stima che gli italiani hanno speso tre miliardi in più per mangiare però meno. Per il caro-prezzi le famiglie sono state costrette a tagliare la quantità di cibo acquistato nei primi cinque mesi del 2023. L’inflazione, ancora una volta, colpisce le persone più in difficoltà che fanno fatica anche a fare la spesa e che non ricevono adeguati sostegni contro la perdita del potere d’acquisto, neanche dal punto di vista salariale.
Le famiglie costrette a tagliare sulla spesa: spendendo di più, mangiano meno
Coldiretti sottolinea alcuni dati riguardanti i prodotti alimentari, sulla base degli ultimi dati Istat sull’inflazione. Gli alimentari lavorati rallentano la loro crescita, passando dal +14% al +13,2%, mentre quelli non lavorati salgono dal +8,4% al +8,8%. I prodotti per i quali i prezzi crescono maggiormente sono i vegetali freschi o refrigerati (da +7,6% a +13,8%).
Questi dati hanno comportato un calo dei consumi domestici di ortofrutta per le famiglie italiane: sono scesi dell’8%, stando alle stime di Coldiretti sui primi tre mesi dell’anno.
Come cambiano gli acquisti delle famiglie con l’inflazione
Le persone, spiega la Coldiretti, si trovano costrette a tagliare gli acquisti a causa dell’inflazione e vanno invece a caccia dei prezzi più bassi, cercando anche tra diversi punti vendita nella speranza di trovare promozioni convenienti. A risentirne di più sono gli oltre 3,1 milioni di poveri che hanno chiesto aiuto per avere cibo, ricorrendo alle mense o ai pacchi alimentari. In totale sono state 92mila le tonnellate di cibo distribuite nell’ultimo anno. A questo si aggiunge il maltempo che ha messo in ginocchio i produttori agricoli nelle zone alluvionate come l’Emilia-Romagna.