Doveva essere il Governo che avrebbe ridato dignità al Parlamento e, invece, rischia di diventare l’Esecutivo record in fatto di decreti legge e voti di fiducia. Questo è quanto emerge dall’ultimo resoconto di Openpolis secondo cui dall’inizio della legislatura Giorgia Meloni ha emanato 26 decreti legge e ha chiesto la fiducia al Parlamento, quasi sempre alla Camera, in ben 16 occasioni.
A fronte di poche leggi ordinarie mai come con questo Governo i testi blindati sono stati tanto preponderanti
Insomma si procede a colpi di maggioranza visto che “nelle ultime settimane il governo è tornato a fare un ricorso massiccio della questione di fiducia”. Il 6 giugno infatti “si è tenuto un voto di questo tipo per il disegno di legge di conversione del decreto sul rafforzamento della pubblica amministrazione” e “dopo nemmeno 48 ore poi ce n’è stato un altro per l’approvazione del decreto siccità”.
Si tratta di passaggi avvenuti in un lasso di tempo molto breve che hanno rimesso al centro del dibattito politico “il tema dell’abuso di questo strumento da parte degli esecutivi”. Qualcuno potrebbe obiettare che il governo Meloni è in linea con quanto fatto dai precedenti esecutivi ma le cose non starebbero affatto così.
Spiega ancora Openpolis che il dato “deve essere contestualizzato. Il ricorso alle questioni di fiducia fatto dal governo Meloni infatti risulta essere ancora piuttosto limitato se consideriamo i dati in valore assoluto e anche in base alla media mensile. Lo scenario però cambia radicalmente se confrontiamo il numero di voti di fiducia rispetto alle leggi approvate”. Proprio per questo, puntualizza lo studio, “considerando questo indicatore vediamo che l’attuale esecutivo sale al primo posto superando, anche nettamente, gli esecutivi delle ultime 4 legislature”.
Meloni ha chiesto la fiducia 16 volte a fronte delle 15 volte del governo Conte e le 10 dell’Esecutivo Letta
Guardando ai dati assoluti Meloni ha chiesto la fiducia 16 volte a fronte delle 15 volte del Conte I e le 10 del governo Letta. Ai primi posti si piazzano gli esecutivi di Matteo Renzi con 66 fiducie, di Mario Draghi con 55 voti di fiducia e di Mario Monti che si ferma a 51. Insomma stando ai dati assoluti sembrerebbe che le destre stiano facendo meglio ma tutto cambia se si guarda al “rapporto tra voti di fiducia e leggi approvate nello stesso periodo”.
In questo caso l’attuale esecutivo “sale al primo posto, con un valore che si attesta al 50%”, seguito al secondo posto dal governo Monti con il 45,13% e al terzo dal governo Draghi fermo al 37,41%. “Sostanzialmente è vero che il governo Meloni ha fatto un uso limitato della questione di fiducia in termini assoluti. D’altra parte però tra le leggi approvate molte sono passate per almeno un voto di fiducia. Ciò significa quindi che il peso di ogni voto di questo tipo è stato molto più rilevante che per gli esecutivi precedenti” conclude Openpolis.