Pnrr: sono arrivati gli ispettori della Commissione Ue a Roma. Si dice per una visita di routine. Ma questa cade nel pieno del negoziato con Bruxelles per la revisione del Piano su cui il governo è in ritardo. Senatore Mario Turco, vicepresidente del M5S, che ne pensa?
“Penso che, al di là degli ispettori, questo Governo abbia fallito la gestione del Pnrr a causa della sua incapacità. Poco più di 1 miliardo speso su più di 30 miliardi a valere sul 2023, come certificato dalla Corte dei conti, rappresentano un dato inconfutabile, che vale più di tante parole”.
Il governo è ottimista sullo sblocco della terza rata. Ma poi ci sono la quarta e la quinta legate agli obiettivi da centrare entro quest’anno. C’è da preoccuparsi?
“C’è da preoccuparsi per la gestione di tutto il Piano, visto che nel Governo e nella maggioranza ancora oggi convivono posizioni estremamente contraddittorie: posizioni leghiste, che non considerano il Pnrr come una grande opportunità di ammodernamento e sviluppo del Paese; posizioni come quella del ministro Fitto, che per spendere tutto cerca di spostare alcuni progetti nei Fondi di coesione in modo da avere maggiore flessibilità e nascondere i ritardi già evidenti; posizioni di chi vorrebbe cambiare gli obiettivi del Pnrr e finanziare progetti di comodo per favorire interessi di parte o di qualcuno. Purtroppo queste contraddizioni esploderanno progressivamente e a farne le spese saranno gli italiani e soprattutto le future generazioni”.
Ha senso lo scaricabarile di Meloni sui governi precedenti per i ritardi nell’attuazione del Piano?
“Lo scaricabarile è solo un espediente tipico di chi non è capace di fornire soluzioni e assumersi responsabilità. Oramai sta diventando un’abitudine. Lo hanno fatto accusando i benzinai dell’aumento del prezzo della benzina o additando l’Autorità per l’energia come responsabile dell’aumento della bolletta del gas: in entrambi i casi gli aumenti sono scattati solo perché il Governo ha deciso di tagliare alcune agevolazioni oppure di ridurre alcuni sconti”.
Il Pnrr da occasione irripetibile pare diventato un’insidia.
“Avere più di 200 miliardi a disposizione per investimenti e sviluppo, portati in dote dal Governo Conte II è un’occasione unica e irripetibile, ma nella distorta e strumentale narrazione del Governo è una colpa. Siamo alla manifestazione plastica di un’incapacità politica molto grande. Come M5S, stanti i ritardi accumulati dal Governo, abbiamo offerto collaborazione e possibili soluzioni, dai risultati positivi già sperimentati. Il Piano è degli italiani e non appartiene solo al governo. Per questo, come forza politica responsabile, chiediamo all’Esecutivo di mettere tutti i fondi che non è in grado di spendere su Transizione 4.0 e Superbonus, ovvero le uniche due misure, targate M5S, che hanno un tasso di spesa all’interno del Pnrr superiore al 60%, mentre tutti gli altri progetti sono enormemente indietro. Lo ammette la stessa Relazione del ministero degli Affari europei sullo stato di attuazione del Pnrr”.
Il governo ha sottratto alla Corte dei Conti il controllo concomitante sul Piano.
“Hanno semplicemente individuato il colpevole di turno, silenziando il quale il Governo pensa di mascherare il suo fallimento nella gestione del Pnrr. In realtà, è un errore madornale. Il controllo concomitante dei giudici contabili, proprio durante il Conte II, era stato da me implementato per fornire uno strumento gestionale alla struttura che guidavo a palazzo Chigi, quando ero sottosegretario con delega alla programmazione economica e agli investimenti, al fine proprio di migliorare la capacità della spesa e di accelerare la realizzazione degli investimenti. Si tratta, in altri termini, di un controllo in corso d’opera necessario per accertare tempestivamente ritardi, ricercare le cause e permettere alle pubbliche amministrazioni gli opportuni correttivi. Non è il controllo della spesa quindi che provoca ritardi. Ed è anche uno strumento di trasparenza per Parlamento e cittadini”.