Santo, santo, santo. Un coro quasi unanime, un elogio a tutta pagina che i quotidiani italiani hanno dedicato all’ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nel giorno della sua morte. Con poche eccezioni, sulle principali testate italiane si legge quasi una santificazione del fondatore di Forza Italia.
Santo, santo, santo. Quasi tutti i quotidiani italiani hanno dedicato all’ex premier Berlusconi un elogio a tutta pagina
Dalle prime pagine agli editoriali, sono davvero in pochi a raccontare e analizzare la realtà. Certo, le prime ore dopo la scomparsa di un personaggio così conosciuto e significativo per la storia italiana sono di certo quelle del dolore. Ma poi dovrebbero arrivare quelle delle analisi. Che invece su molti giornali, anche quelli storicamente lontani da Berlusconi, sono mancate.
Ovviamente non stupisce l’elogio de “L’ultimo Cavaliere” che si trova sulla prima pagina del Giornale, con un editoriale che assegna un “posto nella storia” a Berlusconi, “un fuoriclasse delle urne”, un “grande fra i grandi” e “il potente più buono”. E non stupisce che Libero metta insieme tutti i suoi “successi”: politici, giudiziari, calcistici. Perché “morto Silvio non se ne farà un altro”, come recita il titolo. E il tema delle toghe che lo hanno perseguitato è ricorrente.
Diverso l’approccio che ci si aspetterebbe da altri giornali, sulla carta meno schierati a favore di Berlusconi. Il Corriere della Sera titola su “L’Italia senza Berlusconi”, parlando della “scomparsa del leader” e celebrando Berlusconi con un ricordo di Cairo: “Con lui fu magia”. Antonio Polito racconta del “ciclone Silvio” che “ha cambiato l’Italia” e della “scia di processi dai quali è uscito quasi indenne”.
È gara a riscrivere la storia del Cavaliere
Mentre Aldo Cazzullo parla della “vera conquista del Cavaliere: sedurre gli italiani”. Si spinge ancora di più nella direzione di una beatificazione il Messaggero, titolando “Il sogno italiano” e raccontando dell’uomo “che ha salvato l’Italia” nell’editoriale di Francesco Gaetano Caltagirone. E sui processi si parla di “show tra calvario e persecuzione” nei confronti dell’ex presidente del Consiglio.
Elogio a tutta pagina anche per il Rifomista: “Come te non c’è nessuno”, titola. Con un editoriale in cui il direttore Matteo Renzi parla di Berlusconi come un “innovatore”, lodando la sua “esplosione di fantasia nella vita di questo Paese” che non si potrà più ripetere, perché “quelli come Berlusconi non hanno successori”. E se Il Sole 24 Ore si limita a raccontare “40 anni da protagonista”, la Stampa saluta la scomparsa del leader azzurro con un “Ciao, Cavaliere” e un editoriale di Massimo Giannini in cui si parla di un’esistenza “epica”: “Con lui se ne va un gigante che, nel bene e nel male, ha fatto la storia”.
Non mancano, in realtà, anche dei richiami al populismo come suo lascito. Ma non mancano neanche i racconti di Concita De Gregorio, per la quale è stato un “uomo simpaticissimo, infantile e molto generoso”. Pur venendo definito un “lestofante”. Anche Lucia Annunziata richiama i conflitti d’interessi, ma anche la “modernità” che ha portato nella vita politica (e non solo) italiana. Persino L’Unità sembra una sbiadita copia dello storico giornale di sinistra: oggi sembra già rimpiangere Berlusconi, esternando la preoccupazione per la destra italiana con la scomparsa del leader di Fi che dà il “via libera all’ala reazionaria”. Nel suo editoriale Piero Sansonetti critica chi ha attaccato Berlusconi dopo la sua morte e parla addirittura del “giorno nero” con riferimento all’espulsione dal Senato. Una data definita “vergognosa per il nostro Parlamento”.
Molti tralasciano conflitti d’interesse, guai giudiziari e disastri politici del Cav. Tra le poche eccezioni La Notizia e Il Fatto Quotidiano
Non tutti, però, hanno dimenticato la carriera di Berlusconi, la sua ascesa in politica e tutto quello che ha fatto davvero. Poche le eccezioni sui giornali, tra cui La Notizia e Il Fatto Quotidiano, che titola “La Repubblica del banana”, definendo Berlusconi un “pregiudicato per frode fiscale”, un “finanziatore della mafia e 9 volte prescritto”. Per la Repubblica è stato “il primo populista”, il “pioniere dell’anti-politica”. E già in prima pagina si leggono richiami alle leggi “per difendersi dai processi” o “alla rete dei mafiosi ad Arcore”.
Un commento di Carlo Bonini sottolinea l’incoerenza dei media italiani con quel “coro mediocre che celebra il Cavaliere come padre della Patria”. E non a caso si richiama la Bbc che lo ha definito “esuberante miliardario ed ex primo ministro sopravvissuto a scandali sessuali e accuse di corruzione”. “Asceso in campo” è invece il titolone del Manifesto, che ironizza sulla famosa discesa in campo e critica la santificazione di Berlusconi. Si richiama la sua capacità di essere sì entrato nella storia, ma “lasciando dietro macerie politiche”. E l’editoriale di Norma Rangeri critica chi fa scomparire dal racconto su Berlusconi le “zone d’ombra, i conflitti di interessi, le pagine più imbarazzanti”. Che in tanti, in effetti, sembrano aver dimenticato.