Il canone Rai non verrà cancellato. E, anzi, sembra probabile che resti in bolletta. Con buona pace del leader della Lega e vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, che su questo tema porta avanti una battaglia iniziata già in campagna elettorale, prima delle elezioni politiche di settembre. A gelare Salvini ora ci pensa anche l’amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio.
In audizione davanti alla commissione di Vigilanza, Sergio ha detto chiaramente di non essere stato indicato come ad “per accettare l’idea che il canone non ci sia più”. La nuova Rai targata Meloni, quindi, non sembra intenzionata a un passo indietro sulla riscossione del canone, contrariamente a quanto sperava la Lega.
Il canone Rai nel 2024 dovrebbe restare in bolletta: per l’ad Sergio difficile che ci siano cambiamenti
Sergio chiederà un appuntamento al ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che si occupa del dossier. Ma l’idea dell’ad è che le cose non cambieranno nel 2024: “Immagino che sia riscosso come ora, se ci arriverà una comunicazione formale ne prenderemo atto e ne discuteremo”. Il che vuol dire non solo che il canone non verrà cancellato, ma anche che resterà in bolletta.
Sergio, infatti, dice che la modalità di riscossione attuale, quella in bolletta appunto, è “da preferire”. Si può anche pensare a un nuovo modello, ma bisogna farlo in fretta eventualmente. In ogni caso bisognerà valutare “l’efficacia” di una soluzione alternativa, considerando anche gli eventuali rischi.
D’altronde, come ricorda Sergio, il canone è la “fonte primaria e caratteristica del servizio pubblico, che procura quasi il 70% delle risorse complessive di gruppo”. Peraltro il canone è “il più basso tra i principali Paesi europei”.
E oggi l’ad della Rai sottolinea come “l‘adeguatezza, la certezza e la stabilità, su un orizzonte pluriennale, delle risorse rappresentano requisiti irrinunciabili”, motivi in più per confermare l’attuale sistema di riscossione. Sul canone la commissione di Vigilanza ha già chiesto un’audizione al ministro Giorgetti, come ha spiegato la presidente Barbara Floridia.
La preoccupazione di Sergio per il rischio evasione: mantenere il pagamento in bolletta è la scelta “da preferire”
Sergio, come visto, sottolinea che la scelta migliore sia mantenere il pagamento del canone Rai in bolletta, per avere la certezza delle entrate. Il sistema attuale prevede che il canone – 90 euro l’anno – venga rateizzato e pagato attraverso le bollette della luce elettrica per dieci mesi, da gennaio a ottobre.
Il rischio principale, in caso di un nuovo modello, è quello di tornare a un alto livello di evasione: “Il Paese non può rischiare di regredire ricorrendo a modalità che possano caratterizzarsi, come la precedente, per un’evasione del tributo del 30%, con tutte le conseguenze sulla continuità aziendale”, afferma Sergio.
Le promesse di Salvini sul canone Rai infrante: anche il nuovo ad lo smentisce
Le parole di Sergio contraddicono le diverse promesse e gli annunci fatti da Salvini sul canone Rai. Solamente a febbraio, prima delle nuove nomine del governo di cui fa parte, il vicepresidente del Consiglio sottolineava di voler togliere il canone Rai dalla bolletta. E non solo, perché prometteva di “lavorare per abbassarlo e, se riusciamo, anche azzerarlo”. Tanto da definire questa possibilità “un dovere”.
Parole simili a quelle già utilizzate durante la campagna elettorale nell’estate del 2022. Poi, però, è stato subito smentito dai fatti: per il 2023, infatti, il ministro (peraltro anche lui leghista) dell’Economia Giorgetti ha confermato le modalità già previste di riscossione del canone: stessa cifra e pagamento direttamente in bolletta.