È passata piuttosto inosservata l’inchiesta internazionale (a cui hanno partecipato tra gli altri Le Monde, El Pais, Sky News e Domani) sulla 94 persone annegate lo scorso 26 febbraio sulla spiaggia di Steccato di Cutro. “Se avessimo potuto, avremmo salvato i migranti”, disse qualche ora dopo la tragedia la presidente Giorgia Meloni, mentre il ministro dell’Interno Piantedosi inanellava un’impressionante sequela di gaffe disumane.
Un’inchiesta internazionale sul naufragio di Cutro svela che fin dall’inizio furono sottovalutati tutti i segnali di pericolo, facilmente intuibili con gli elementi a disposizione
L’inchiesta evidenzia come fin dall’inizio invece siano stati sottovalutati tutti i segnali di pericolo, facilmente intuibili dagli elementi che avevano a disposizione. Il 25 febbraio Frontex aveva avvistato la nave e messo a disposizione i dati alle autorità italiane. “Non siamo stati avvertiti”, disse Giorgia Meloni. Ha detto il falso: nel centro di controllo di Frontex a Varsavia erano presenti un rappresentante della guardia di finanza e della guardia costiera italiana.
I segni che quell’imbarcazione trasportasse migranti erano evidenti. Erano state individuate circa 200 persone su un’imbarcazione che normalmente ne trasporta 16 e le condizioni del vento erano state descritte come pericolose. Il maltempo, la mancanza di giubbotti di salvataggio e il sovraffollamento sono segni di pericolo, secondo la legge del mare: tuttavia le autorità marittime non hanno avviato un’operazione di ricerca e salvataggio. “Questa decisione ha avuto conseguenze letali”, scrivono gli autori dell’inchiesta giornalistica.
Al quotidiano Domani l’ammiraglio ed ex portavoce della guardia costiera Vittorio Alessandro dice: “Molte situazioni di pericolo conclamato vengono ormai registrate come evento migratorio, mentre prima erano identificati come situazione di soccorso. Quando le imbarcazioni si vedono navigare a galla e con i motori in funzione si ritiene, sbagliando, che non abbiano bisogno di assistenza o addirittura di soccorso. Il caso di Cutro rientra senz’altro fra queste ipotesi”.
La sottovalutazione dell’evento è figlia di una scelta politica chiara adottata da quando nel 2019 si è insidiato al ministero dell’Interno Matteo Salvini. Secondo una serie di accessi agli atti di Altreconomia dal 2019 ai primi due mesi del 2023 i migranti arrivati via mare in Italia sono stati 232.660 attraverso 6.300 eventi. In quasi sei casi su dieci dei sono stati eventi classificati come operazioni di polizia e non di ricerca e soccorso (Sar).
Fatta l’inchiesta giornalistica ora non resta che aspettare gli sviluppi dell’inchiesta giudiziaria. La memoria invece sembra già caduta in prescrizione.