Scendono ogni giorno di più le quotazioni di Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia Romagna, per il ruolo di commissario alla Ricostruzione della regione che governa e che è stata devastata in diverse zone dall’alluvione.
Scendono ogni giorno di più le quotazioni di Bonaccini commissario alla ricostruzione post alluvione che ha colpito la regione che governa
Il governo lavora a un piano che non si sa quando approderà in Consiglio dei ministri e che prevede una struttura nazionale per la ricostruzione, con una persona al comando che possa riuscire a gestire, alla stregua di un piccolo dicastero, i fondi nazionali, europei e del Pnrr per le aree colpite dal dissesto idrogeologico. Il progetto rappresenta l’ennesima bocciatura da parte dell’esecutivo sull’ipotesi di affidare l’incarico a Bonaccini, secondo quanto ha lasciato intendere lo stesso vicepremier Antonio Tajani in un’intervista a Qn, secondo cui servirà “una persona che possa dedicarsi a tempo pieno”.
Bonaccini, candidato ideale nella scelta del commissario per i sindaci e le realtà locali, ha replicato a stretto giro: “Se Tajani vuole sapere come abbiamo ricostruito dopo il terremoto venga da noi, parli con i sindacati, le imprese, i lavoratori e le parti sociali”, ha detto. La novità delle ultime ore è che il governo faccia due commissari: uno all’emergenza e uno alla ricostruzione. E in questo caso, Bonaccini potrebbe occupare la prima casella. Ieri, intano, il presidente modenese ha incontrato il ministro per gli Affari europei, affrontando il tema del Pnrr.
“Raffaele Fitto ha confermato la volontà di arrivare il prima possibile a un accordo con le regioni sui fondi sviluppo e coesione. Per noi – ha continuato Bonaccini – vorrebbe dire centinaia di milioni a disposizione e siamo già pronti con la destinazione dei progetti, la gran parte dei quali andranno alla lotta al dissesto idrogeologico, sulla ricostruzione di infrastrutture e sulla rigenerazione urbana. Se si aprissero nella ricognizione, che il governo fa e farà sul Pnrr, altri spazi di risorse sul dissesto idrogeologico noi saremo pronti a presentare ulteriori progetti per aumentare la quota che già stiamo investendo e investiremo”.
Quindi il governatore è tornato sulle dolenti note: l’eventuale mancata nomina a Commissario di un presidente di regione, come di solito avvenuto in passato “diventerebbe un precedente, ma non c’è nulla di grave. L’importante – ha proseguito Bonaccini – è che chiunque venga nominato conosca bene la nostra terra e sappia che pretendiamo che quello che è stato fatto con il terremoto venga fatto” anche per questa alluvione. L’unica cosa, ha proseguito, “non vorrei solo che fosse un calcolo elettorale” per le prossime votazioni in Emilia-Romagna perché, ha concluso Bonaccini, “sarebbe irrispettoso per i romagnoli, per quello che è accaduto”.
Il ministro Nello Musumeci prova a dare qualche contentino: “Sto predisponendo un progetto di legge che sottoporrò al Cdm, secondo cui il commissario, anche non dovesse essere il presidente della regione, non nel caso specifico ma parlo in generale perché il progetto per noi è un modello nazionale, dovrà essere approvato dal governatore, che ha una competenza concorrente in materia”, spiega. Così girano tanti nomi, tra cui Guido Bertolaso e Francesco Paolo Figliuolo. Nel dibattito sono intervenuti anche i sindaci dell’Emilia Romagna, chiedendo “un incontro urgente con governo e regione, per condividere le scelte e coinvolgere tutti gli attori dei territori”.