L’Associazione magistrati della Corte dei Conti, commentando l’ipotesi di una limitazione ai controlli dei giudici contabili sul Pnrr da parte dell’Esecutivo, manifesta “sconcerto e stupore” in merito “alle possibili e prossime iniziative del Governo, riportate dagli organi di stampa, volte a ridurre gli ambiti di competenza della magistratura contabile sul fronte del controllo concomitante e a prorogare di nuovo e inopinatamente il cosiddetto “scudo erariale”, introdotto nel 2020, ormai in scadenza”.
Il Governo vuole limitare i poteri della Corte dei Conti. I magistrati: “Sconcertati dall’invasione di campo dell’esecutivo”
L’Associazione delle toghe contabili precisa che “in accordo con i vertici della Corte dei Conti, ha sempre mostrato disponibilità al dialogo affinché potessero essere introdotte riforme meditate, frutto di una pacata riflessione, per adeguare le forme di controllo, anche giurisdizionale, alle sfide attuali e, allo stesso tempo, garantire che le risorse pubbliche, soprattutto se di provenienza comunitaria, siano ben spese, nell’interesse di tutti i cittadini”.
“Lo scudo erariale ha aperto uno spatium di impunità”
Il controllo concomitante, ricorda l’associazione, è stato istituito ai sensi nel 2020 con “il chiaro intento di accelerare gli interventi di sostegno e di rilancio dell’economia nazionale e non di esserne un freno”. La norma temporanea che contiene lo “scudo erariale” “ha aperto uno spatium di impunità che va a vantaggio del funzionario infedele e di chiunque sperperi le risorse pubbliche”, aggiunge.
I giudici contabili parlano di iniziative gravemente lesive del principio di autonomia e indipendenza della magistratura
L’Associazione ribadisce sin d’ora “con forza la preoccupazione per tali possibili iniziative estemporanee, gravemente lesive del principio di autonomia e indipendenza della magistratura, e ripropone l’invito al Governo ad istituire un tavolo di confronto sulle riforme, ritenendo che lo sviluppo del Paese passi attraverso la costruzione di un percorso di legalità, nel quale ciascuno è chiamato a svolgere il proprio ruolo, nel rispetto delle reciproche attribuzioni”, conclude la nota.