La politica si accorge del cambiamento climatico solo quand’è tardi. Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione Univerde, perché viviamo di emergenza?
“Ci tengo a precisare che esiste anche la buona politica, di cui nessuno parla, che qualcosa la prevede in anticipo. Lo abbiamo fatto noi nel 2007 organizzando la più grande conferenza sull’adattamento al cambiamento climatico, ossia sul problema che abbiamo oggi, a cui hanno partecipato gli esperti e i responsabili delle istituzioni. In quell’incontro alla Fao avevamo detto che si sarebbe surriscaldato il Mediterraneo e che ci sarebbero state alluvioni e siccità per le quali bisognava prevedere nuovi sistemi di allerta, un rafforzamento della lotta al dissesto idrogeologico e spostare le case costruite lungo gli argini dei fiumi. Spendemmo un miliardo di euro e aprimmo mille cantieri, tra cui quello che ha salvato la Rocca di Cagliostro a San Leo, dimostrando che se si vuole si può agire. E sa cos’è successo? Che fui attaccato da un pezzo di stampa e finti esperti che mi davano del catastrofista. La realtà è che quando la politica buona fa la previsione, viene massacrata da chi ha interesse nel mantenere lo status quo”.
E oggi come vanno le cose?
“Non benissimo. Ho sentito dire al senatore Malan di Fratelli d’Italia che non è vero che c’è stato un ciclone e che non c’è un’emergenza climatica, parole subito smentite dal ministro Pichetto Fratin. Si tratta di frasi molto gravi, condivise da troppi nella maggioranza, che rischiano di rinviare interventi di cui abbiamo bisogno ora e che banalizzano un fenomeno catastrofico. Se non parliamo di emergenza climatica e di cicloni ma ci limitiamo a dire che si tratta di ‘maltempo’, come facciamo a spiegare agli anziani che rischiano la vita e che per salvarsi devono abbandonare le proprie case? Voglio essere chiaro: non dobbiamo dare modo ai negazionisti di banalizzare un fenomeno che causa morti e danni incalcolabili. È un atteggiamento che oserei definire ‘quasi criminale’. che mi sembra presente in parte della destra italiana. Voglio sperare che il governo capisca che dobbiamo dichiarare l’emergenza climatica per l’intero territorio nazionale perché eventi estremi si stanno verificando in tutto il Paese. E spero anche che si eviti di buttare decine di miliardi nel Ponte sullo Stretto quando ci sono ben altre priorità”.
Secondo Ispra per la messa in sicurezza servono 26 miliardi di euro. Eppure lo Stato ha 8,4 miliardi destinati all’Ambiente che nell’ultimo decennio nessuno ha saputo spendere…
“Questa è la prova che c’è una sottovalutazione storica del problema, in parte interrotta da Conte che ha provato a mettere l’Ambiente al centro del dibattito politico. Detto questo il punto è che l’Italia ha problemi di spesa in tutti i settori. Ciò è dovuto al fatto che le strutture pubbliche tendono a non spendere, a volte per conservare soldi in cassa e altre per colpa di un sistema farraginoso e che rischia di essere permeabile al malcostume. Quest’ultimo irrompe quando si fanno improvvise accelerazioni approvando qualche sblocca Italia di turno che finisce soltanto per aggiungere altra burocrazia. Io ho lanciato una rete che si chiama Ecodigital che mira a unire la transizione ecologica a quella digitale . I nuovi strumenti digitali da Blockchain a intelligenza artificiale fino alla space economy ,se sfruttati bene , ci darebbero modo di mettere in moto degli automatismi che se tu rispetti una serie di parametri, allora si sbloccano i fondi del relativo progetto senza incappare in discrezionalità burocratiche ”.
La premier è andata in Emilia Romagna e il sindaco di Cesena ha dichiarato: “Meloni ha fatto il suo giro, la ringraziamo, ma da domani il governo deve essere presente con i fatti”. Chi ha ragione?
“Intanto la Meloni ha fatto bene a lasciare il G7 per recarsi in Emilia Romagna. Detto questo noto che in questi giorni la destra ha accusato Bonaccini per non aver fatto le opere e il centrosinistra ha risposto lamentandosi del fatto che in 4 giorni la premier non ha fatto nulla. Sono atteggiamenti sbagliati perché ora bisogna collaborare. Spero che la maggioranza non usi quanto accaduto pensando alla campagna elettorale per l’Emilia Romagna del 2025”.
Tanti hanno notato una strana vicinanza tra Bonaccini e Meloni…
“Credo che Bonaccini, in quanto Presidente di Regione, sta cercando di tenere un rapporto collaborativo con il Governo. Se poi ci sono anche questioni interne al Pd, io non glielo so dire”.
Qual è il suo giudizio sulle politiche green della Meloni?
“È molto negativo perché questo Governo si è impegnato prima per le trivellazioni petrolifere e dopo per chiedere il rinvio di norme europee sull’efficientamento energetico. Guardi in Europa siamo passati dall’essere un motore della lotta al cambiamento climatico, a Paese che frena nel contrastarlo come fanno la Polonia e l’Ungheria. Mi sembra un governo che da Salvini e dintorni è proiettato sui combustibili fossili mentre ha un ministro dell’Ambiente che si rende conto del dramma ma non riesce a compensare la furia antiambientalista degli altri esponenti del Governo”.