Cala di oltre 3.200, come rende noto la Regione Emilia-Romagna, il numero delle persone che hanno dovuto lasciare la propria casa a causa dell’alluvione: alle 12 di oggi sono 23.081, la maggior parte, 16.445, nel ravennate, poi 4.462 in provincia di Forlì-Cesena e 2.174 nel bolognese.
Sono ancora 23mila gli sfollati a causa della disastrosa alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna. La maggior parte è nel Ravennate
Gli interventi di assistenza alla popolazione proseguono 24 ore su 24, grazie a tutte le forze in campo; 1.596 (di cui 1.032 nel ravennate, 344 nel bolognese, 214 nel forlivese-cesenate e 6 nel riminese) sono accolti in albergo e nelle strutture allestite dai Comuni: scuole, palazzetti e palestre; le altre hanno trovato sistemazioni alternative (seconde case, amici e parenti). Restano 43 i Comuni coinvolti dagli allagamenti e, sul versante del dissesto idrogeologico, risultano attive almeno un migliaio di frane, di cui circa 305 più significative concentrate in 54 comuni.
La Protezione conferma anche per martedì l’allerta rossa
Continuano nel frattempo le operazioni di monitoraggio con squadre di rilevatori per aggiornare ulteriormente la mappatura, anche con i droni laddove le strade non sono più percorribili. Intanto, è confermata anche per domani l’allerta rossa, ma in un’area inferiore rispetto a oggi, per criticità idraulica su bassa collina, pianura e costa romagnola. Allerta arancione per criticità idrogeologica nelle aree collinari della Romagna e dell’appennino bolognese, dove persistono condizioni favorevoli allo sviluppo e all’evoluzione di frane già attivatesi nei giorni scorsi. Per la giornata di domani non sono previste piogge né innalzamenti dei livelli idrometrici, che si stanno lentamente abbassando. Tuttavia, rimane alta l’attenzione per la difficoltà di smaltimento delle acque esondate dai corsi d’acqua e che gravano sul reticolo secondario e di bonifica.
Ancora 622 le strade chiuse, di cui 225 chiuse parzialmente e 397 totalmente
Per quanto riguarda la viabilità, restano 622 le strade chiuse, di cui 225 chiuse parzialmente e 397 totalmente. Complessivamente 236 a Bologna, 201 in provincia di Forlì-Cesena, 139 nella provincia di Ravenna e 46 nel riminese. Sono invece 1.629 i volontari al lavoro in questo momento in Emilia-Romagna. Di questi 343 sono volontari dell’Emilia-Romagna, 419 appartengono alle organizzazioni nazionali di volontariato e 867 alle colonne mobili regionali di Trento, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Alto Adige, Lombardia, Lazio, Toscana, Abruzzo, Liguria, Valle d’Aosta e Umbria.
A queste si stanno aggiungendo i volontari attivati, per il tramite del Dipartimento nazionale di Protezione civile, dal Meccanismo europeo di mobilitazione. Già arrivato un primo contingente di 25 componenti provenienti dalla Slovacchia e in questo momento diretti nel ravennate. Tutte le persone che vogliano dare un aiuto fattivo nelle aree colpite dal maltempo debbono rivolgersi ai comuni per poter organizzare al meglio le attività.
In accordo con la Protezione Civile dell’Emilia-Romagna e i Comuni, il Gruppo Hera mette a disposizione un servizio straordinario di raccolta rifiuti per le strade colpite dell’emergenza meteo, senza limiti quantitativi e senza appuntamento. Appena le strade sono agibili, Hera attiva la raccolta per ingombranti, Raee (per esempio frigoriferi, pc, forni, televisioni, eccetera) e altri rifiuti non differenziabili. Per quanto possibile, viene richiesto di separare le tipologie di rifiuti e di esporli su suolo pubblico, in luoghi accessibili da mezzi di grandi dimensioni (non sotto alberi, portici o cavi aerei e non appoggiati a recinzioni).
Domani il Consiglio dei ministri. Lollobrigida: “Il Governo determinerà le prime misure”
Domani ci sarà il Consiglio dei ministri dedicato all’emergenza Emilia-Romagna. “Il cdm – ha detto il ministro dell’agricoltura e della sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida – determinerà le prime misure. Sarà il frutto di un confronto attento con le regioni e le rappresentanze di categorie. La presidente Meloni è stata di persona nei luoghi colpiti e domani il cdm determinerà le misure che serviranno ad affrontare ancora meglio l’emergenza di questi giorni”.
“I danni al momento sono incalcolabili”
“Adesso – ha aggiunto il ministro – inizia la fase per valutare i danni, che al momento sono incalcolabili nel vero senso della parola e cominceremo a mettere in campo provvedimenti normativi ed economici in sostegno di chi è stato colpito da questa criticità”. Quindi un pensiero è andato a chi da giorni cerca di arginare i danni: “non possiamo che ringraziare protezione civile, forze dell’ordine, esercito e volontari, che hanno fatto un lavoro eccezionale”.
“In questo momento, in cui vediamo come il maltempo abbia colpito in modo drammatico l’Emilia-Romagna e parte delle Marche, vogliamo dire chiaramente che allevatori e coltivatori non sono nemici dell’ambiente e del territorio, anzi laddove mancano, il dissesto idrogeologico è più grave” ha detto detto ancora Lollobrigida. “Parte delle cause dei danni che vediamo – ha aggiunto Lollobrigida – devono essere ricercate anche nell’abbandono di terre che per millenni gli agricoltori hanno manutenuto”. Per questo, “il settore primario deve tornare al centro dell’interesse della politica”. Nella consapevolezza di questo, “il lavoro del governo, dal primo giorno, ha voluto porre al entro dell’attenzione il mondo di coltivatori e degli agricoltori”, ha concluso ministro.
Il Governo cerca risorse per i rimborsi del 100% destinati agli alluvionati
Per gli aiuti all’Emilia Romagna, ha detto invece il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, il governo sta “lavorando intensamente” e per il rimborsi del 100% per l’alluvione richiesti dal governatore Stefano Bonaccini “stiamo vedendo di trovare le risorse, ci stiamo mettendo l’impegno massimo”. Sull’esonero dei versamenti “la ministra Calderone sta lavorano sul lavoro, io sulla parte fiscale e domani avremo i testi definitivi”, dice Leo. Anche sulla durata di queste agevolazioni, il viceministro risponde “stiamo vedendo”.
Si valuta l’esonero dal lavoro per i dipendenti pubblici
Il governo, inoltre, studia l’esonero dal lavoro per i dipendenti pubblici che a causa dell’alluvione siano impossibilitati a svolgere la prestazione lavorativa, anche ricorrendo allo smart working. Il periodo di esenzione costituirà servizio prestato a tutti gli effetti di legge (senza corresponsione del buono pasto) e il periodo non rientrerà nel compito massimo di 45 giorni annui per i quali si può chiedere il congedo straordinario.