Il maltempo non dà tregua all’Emilia Romagna. Malgrado le precipitazioni siano diminuite, queste non si sono ancora arrestate e fino ad oggi si sono registrati 58 allagamenti in 43 comuni, mentre le frane sono state circa 290 e sono 544 le strade chiuse. Questi i dati del drammatico evento, diffusi dalla Regione Emilia Romagna, che hanno già causato 14 vittime e più di 15mila sfollati.
Alluvione su cui indaga la Procura di Ravenna che ha aperto diversi fascicoli senza ipotesi di reato relativi ai decessi registrati nell’area, ad eccezione di un solo faldone in cui si procede per reato di omicidio colposo a carico di ignoti in quanto alcuni vicini della vittima hanno affermato di avere invano chiesto aiuto perché preoccupati per la sorte dell’uomo.
Scaffali vuoti
Come se non bastassero i danni a cose e persone, l’alluvione sta mettendo in crisi anche l’approvvigionamento di cibo e acqua potabile nelle aree maggiormente colpite. La situazione più grave si registra in diversi comuni dei nove che compongono l’Unione della Bassa Romagna, in particolare a Sant’Agata sul Santerno. Stando a quanto si apprende sarebbero circa 100mila gli abitanti, tutti nella zona del ravennate, che sono in forte difficoltà davanti agli scaffali vuoti in molti supermercati.
Un dramma nel dramma che coinvolge anche i tanti sfollati che hanno trovato riparo nelle strutture d’accoglienza dell’Emilia Romagna, dove le scorte di cibo iniziano a scarseggiare. Maltempo che ha messo in ginocchio l’agricoltura regionale tanto che per Coldiretti sono a rischio almeno 50mila posti di lavoro, tra agricoltori e lavoratori dipendenti, nelle industrie e nelle cooperative di lavorazione e trasformazione.
L’appello di Coldiretti
Davanti a danni definiti “incalcolabili”, almeno finché non sarà ripulita dal fango la zona, secondo l’associazione di rappresentanza degli agricoltori “serve garantire l’arrivo degli aiuti nel minor tempo possibile e dare a queste zone martoriate la possibilità di riparare i danni e ripartire con la nomina di un Commissario alla ricostruzione come fatto ai tempi del terremoto” spiega il presidente Ettore Prandini.
“A fronte di questa situazione climatica è strategico intervenire con progetti di lungo respiro che vadano oltre l’emergenza come il piano elaborato dalla Coldiretti con Anbi che punta ad aumentare la raccolta di acqua piovana, oggi ferma all’11%, attraverso la realizzazione di invasi che garantiscano acqua” per gli usi civili, agricoli e industriali e che mitighino “il rischio alluvionale”, conclude Prandini.
Un appello che è stato subito raccolto dal governatore Stefano Bonaccini che, a Mattino Cinque, ha spiegato: “L’agroalimentare e l’ortofrutta hanno bisogno di rimborsi al 100%. Abbiamo avuto siccità, gelate, e adesso questa drammatica alluvione”. “Abbiamo interloquito col Governo, e ringrazio i ministri competenti. Servono norme che vadano a spostare, rinviare adempimenti fiscali, mutui”, ha aggiunto. Lo stesso ha concluso: “Il Pnrr è una grandissima occasione e una delle sue funzioni è investire sulla transizione ecologica, con risorse per la lotta al consumo di suolo, al dissesto idrogeologico”.
Il concerto della discordia in Emilia Romagna
Quel che è certo è che mentre si fermano le scuole e vengono chiusi i musei, lo ‘spettacolo’ è andato avanti. Un moderno – quanto macabro – “the show must go on” che non ha impedito, neanche davanti alla sollevazione degli stessi fan che chiedevano di rinviare l’evento, il concerto di Bruce Springsteen, noto come il ‘Boss’, che si è tenuto giovedì a Ferrara. Una vicenda che ha sollevato un polverone a cui ieri ha risposto, un po’ maldestramente, il ministro Matteo Piantedosi.
“La vita deve comunque proseguire, laddove possibile, e senza offendere nessuno. È anche giusto dare un segnale di prosecuzione della vita in contesti come questo” è stata la risposta del titolare del Viminale a quanti chiedevano un commento sull’evento del Boss. “È stato valutato dalle autorità locali che era sostenibile dal punto di vista logistico” e che “fosse un’occasione da non sprecare e da offrire alla cittadinanza”, ha aggiunto precisando anche che ad ogni modo “l’area del Ferrarese era fuori dal contesto dell’emergenza” e che per celebrare in sicurezza il concerto “non è stato sottratto nulla a quello che era il dispositivo del soccorso”.
Una posizione molto diversa da quella della consigliera regionale M5S Silvia Piccinini convinta che l’aver confermato l’evento “è stato disumano” davanti a “interi territori della Regione martoriati dagli eventi alluvionali ancora in corso” ma nonostante ciò “a Ferrara si è deciso che il concerto” si dovesse fare, “come se nulla fosse successo”.
Del resto la scelta di confermare l’evento non ha convinto neanche Bonaccini: “Non me ne sono neanche potuto occupare. È vero che Ferrara è stata toccata molto poco”, dal Maltempo ma “forse si poteva rinviare (l’evento, ndr). Ad ogni modo non voglio entrare in questa polemica”.