L’inflazione corre, ma un po’ meno delle aspettative. Questo l’ultimo dato che arriva dall’Istat che ha visto lievemente al ribasso le stime secondo cui ad aprile i prezzi sono cresciuti dello 0,4% su base mensile e dell’8,2% su base annua quando, secondo le precedenti stime, quest’ultimo dato sarebbe dovuto essere dell’8,3%.
Insomma il dato cambia di poco o niente e non si può di certo gridare al miracolo, anzi resta il fatto che l’inflazione continua a galoppare tanto che, secondo il Codacons, si prospetta una stangata da 2.398 euro in più a famiglia.
Secondo il presidente dell’associazione dei consumatori, Carlo Rienzi, la frenata dell’inflazione registrata negli ultimi due mesi “si è rivelata una illusione ottica dovuta al ribasso delle bollette di luce e gas” e, soprattutto, l’aggravio per le tasche delle famiglie è causata “dalla crescita ancora a ritmi sostenuti di voci come gli alimentari e il carrello della spesa, comparti che segnano rispettivamente +12,1% e +11,6% su base annua, mentre i prodotti ad alta frequenza d’acquisto segnano un +7,9%”.
Eppure il governo di Giorgia Meloni non sembra scomporsi più di tanto visto che per controbatterla sta facendo poco e niente. Così gli italiani, davanti al caro vita galoppante, sono costretti a farsi i conti in tasca, scegliendo dove e come risparmiare per poter arrivare a fine mese.
Inflazione galoppante e salari al palo
A chiarirlo è il leader Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, secondo cui le spese militari sostenute dalle destre per supportare l’Ucraina servono “a nascondere la loro incapacità di affrontare emergenze interne come il caro affitti, i mutui alle stelle, l’inflazione fuori controllo, contratti precari e il crollo del potere d’acquisto di famiglie con stipendi sempre più bassi”.
Si tratta di parole chiare e che nessuno può smentire visto che la Meloni e i suoi parlano letteralmente di tutto tranne che dell’inflazione, del caro bollette e dei salari. Così per sviare ogni discussione, le destre sbandierano la questione dei migranti come fosse l’emergenza principale del Paese oppure parlano della bassa natalità lanciando una crociata contro l’utero in affitto senza accorgersi che se in Italia si fanno pochi figli è anche – se non soprattutto – per via di un costo della vita fuori controllo.
Per non parlare degli argomenti di distrazione di massa più in voga del momento, ossia il supporto all’Ucraina “senza sé e senza ma” oppure il tema della riforma della Costituzione che difficilmente viene vissuto dagli italiani come la criticità più importante da affrontare.
Il taglio del cuneo fiscale non controbilancia l’inflazione
Del resto la Meloni e i suoi non sembrano essere riusciti a fare granché in materia di economia visto che “l’energica” sforbiciata del cuneo fiscale, in realtà è stata un taglietto striminzito da quasi 4 miliardi di euro che non ha portato benefici tangibili e addirittura si è dimostrato incapace di recuperare il potere d’acquisto perduto dalle famiglie. Riguardo all’emergenza delle paghe da fame, si è guardata bene dall’introdurre il salario minimo.
Anzi, a giugno scorso, ha detto chiaramente: “Io penso che il tema del salario minimo in Italia sia un po’ uno specchietto per le allodole e non vorrei che con questo tema si tentasse di distogliere l’attenzione dai tanti e veri problemi che ci sono nel mercato del lavoro italiano”. Per non parlare della scellerata decisione di abolire il Reddito di cittadinanza per gli occupabili i quali è vero che potrebbero lavorare ma che non lo fanno semplicemente perché trovare un impiego è quasi una missione impossibile. Ma al governo, evidentemente, non interessa.