Penso che Carlo III, a dispetto dell’età, potrebbe rinnovare la monarchia britannica, e William ancora di più.
Giovanna Marucci
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Gentile lettrice, vedo che le vicende della Royal family e l’incoronazione di Carlo non cessano di suscitare interesse. Tralascio di ripetere che le cerimonie teletrasmesse della monarchia britannica assolvono una non disprezzabile funzione sociale di evasione dalla quotidianità. E tralascio di osservare che talvolta si crea una confusione “sensitiva”, per cui taluni “sentono” i reali britannici come fossero anche nostri, il che è un po’ straniante. Tralascio tutto questo, dicevo, e vengo alla sostanza. No, non credo che Carlo sarà il rinnovatore della monarchiabritannica. Al contrario, coi suoi 74 anni d’età, un po’ impacciato durante la cerimonia nel leggere le riposte di rito, suggerisce l’idea di un tramonto, personale e istituzionale. Così devono averla vissuta anche molti sudditi, vista la diffusa indifferenza, specie tra i più giovani, per la cerimonia. Il fatto è che la madre Elisabetta, nata nel secolo scorso, ai tempi dell’impero, forniva agli inglesi l’irrazionale illusione di vivere ancora nell’epoca d’oro. Svanita lei, è svanita l’illusione. Come scrisse John Le Carrè, “Viviamo come se avessimo vinto la guerra. Invece hanno vinto Russia e America. Noi siamo solo riusciti a sopravvivere”. Quanto a William, primo nella successione a Carlo, non sono sicuro che potrà ringiovanire alcunché. Il principe, da quanto vedo, è privo di slanci e di impronta personale: sembra “nato vecchio”. Semmai, innovativo potrebbe essere Harry, ma salvo tragici imprevisti è fuori causa.
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