Giorgia Meloni asso pigliatutto. Alla fine, nel braccio di ferro ingaggiato con la Lega per decidere il nuovo vertice della Guardia di finanza, l’ha spuntata lei. Il nuovo numero uno delle Fiamme gialle sarà Andrea De Gennaro, l’uomo su cui scommetteva la leader di Fratelli d’Italia con lo sponsor del suo fidatissimo sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano.
Il nuovo comandante generale della Finanza sarà Andrea De Gennaro, l’uomo su cui scommettevano il premier Meloni e il sottosegretario Mantovano
Con un’accelerazione che fino a qualche giorno fa forse neanche si immaginava. La nomina non è ancora ufficiale, ma l’accordo su De Gennaro è stato trovato. Il Consiglio dei ministri ieri ha designato il nuovo vertice Rai (Roberto Sergio in qualità di amministratore delegato) e il nuovo capo della Polizia (Vittorio Pisani, fino a ieri vicedirettore dell’Aisi, al posto di Lamberto Giannini nominato nuovo prefetto di Roma con poteri speciali per il Giubileo 2025). Poi, recita la nota di Palazzo Chigi, “il Consiglio dei ministri ha preso atto che il ministro dell’Economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti formalizzerà nella prossima riunione la proposta di nomina del Comandante generale della Guardia di Finanza, sulla base dell’accordo politico già raggiunto”.
Ieri non era possibile procedere con la nomina dal momento che Giorgetti era impegnato col G7 in Giappone. L’accordo prevede appunto De Gennaro.Ma riavvolgiamo un attimo il nastro. Con una cerimonia solenne nella piazza d’armi della caserma Piave, Giuseppe Zafarana, chiamato a presiedere l’Eni, martedì scorso ha lasciato la Guardia di Finanza dopo 42 anni di servizio, gli ultimi quattro da comandante generale. In quell’occasione, vale a dire tre giorni fa, l’accordo sul suo successore non c’era ancora.
A margine Giorgetti, aveva parlato di “scelta non semplice”, che si conclude con una deliberazione del Consiglio dei ministri. “Su proposta del ministro dell’Economia” aveva anche sottolineato, rimarcando le proprie prerogative e confermando le tensioni nella maggioranza. In attesa che la politica decidesse, si è così stabilito di affidare l’interim della guida delle Fiamme Gialle al comandante in seconda, vale a dire De Gennaro.
La Lega e Crosetto puntavano su Sirico
Sul fratello dell’ex capo della Polizia, Gianni, puntavano forte, come abbiamo detto, Meloni ed il suo plenipotenziario del comparto Intelligence, Mantovano. Ma giovedì 4 maggio, nel corso di un accesissimo e aspro confronto a Palazzo Chigi, si erano messi di traverso Giorgetti, in asse con il titolare della Difesa, Guido Crosetto. I due – il primo è il ministro proponente la nomina, il secondo quello che “la concerta” – avevano un altro candidato: il generale Umberto Sirico. Dal 4 al 9 maggio sono continuati senza sosta i confronti all’interno della maggioranza. Ma senza successo. L’obiettivo di evitare sgrammaticature istituzionali ed arrivare alla cerimonia con il passaggio di consegne tra il comandante uscente e quello entrante non è stato evitato, con la scelta, appunto, di optare per un “reggente”.
Giorgetti nel suo intervento aveva ammesso che i nodi non si erano sciolti. Fare il comandante di 57mila finanzieri, aveva spiegato, “è una grande responsabilità. Per questo la sua nomina richiede un processo complesso e condiviso che si conclude con una deliberazione del Consiglio dei ministri su proposta del ministro dell’Economia di concerto con quello della Difesa”. Si tratta, aveva aggiunto, “di una designazione delicata, una scelta non semplice che deve ricadere sul candidato più autorevole in una platea di generali tutti di primissimo piano”.
Giorgetti, e con lui tutta la Lega, sembravano insomma non intenzionati a farsi passare la nomina sulla testa. Dall’altro lato, la premier non aveva alcuna intenzione di accettare che la Lega indicasse due cariche chiave del comparto sicurezza. Oltre alla Guardia di finanza, era infatti in ballo la nomina del nuovo capo della Polizia. E su Pisani, proposto dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, con la benedizione del partito di Matteo Salvini, l’accordo era stato già trovato. Giusto che la Guardia di finanza, questo il ragionamento della Meloni, spettasse a Fratelli d’Italia. Peccato che tra questi Crosetto facesse asse con la Lega.
Pare per un motivo più che altro di risentimento nei confronti della sua leader di partito, nonché premier. Ovvero Crosetto premeva per un ribilanciamento politico dopo il caso Leonardo, dove è passata la linea Meloni per l’ex ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, come amministratore delegato, anziché quella di Crosetto, che puntava su Lorenzo Mariani. Alla fine il ribilanciamento non l’ha ottenuto anche se è stato “parzialmente” accontentato dal momento che Mariani è stato nominato condirettore generale di Leonardo. Cingolani, infatti, oltre alla carica di ad ha assunto anche quella di direttore generale.
Ad ogni modo il partito di Salvini, sottolineano diversi osservatori, verrebbe “ampiamente ricompensato” anche con le nomine interne alla Rai, dove l’indicazione come ad di Sergio non avrebbe trovato ostacoli. Senza contare che poi dalla prossima settimana ci saranno altre indicazioni da dare per le partecipate non quotate, Rfi e Trenitalia.
Chi è il nuovo capo delle Fiamme gialle
Sposato e padre di tre figli, 64 anni da compiere a dicembre, De Gennaro ha trascorso quasi tutta la sua vita nelle Fiamme Gialle: vi è entrato 45 anni fa, nel 1978, quando ha frequentato il corso di formazione e il biennio di applicazione per ufficiali presso l’Accademia del corpo. è laureato in Giurisprudenza e in Scienze della sicurezza economico- finanziaria e ha un master di secondo livello in diritto tributario internazionale, conseguito all’Università Bocconi.