Ci sono silenzi che parlano più delle parole. Come quelli degli esponenti della destra lombarda, sempre pronti al proluvio di dichiarazioni e al dito puntato contro la giunta di centrosinistra del Comune di Milano dopo ogni fatto di cronaca nera. Ieri, invece, non si trovava una dichiarazione, una che fosse una, dei soliti avvoltoi, neppure a cercarla col lumicino. Il motivo? La narrazione della destra di una emergenza sicurezza a Milano è stata smontata dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che ha presieduto il comitato per la sicurezza pubblica tenutosi in Prefettura.
“Se uno fa una parametrazione sulle altre grandi realtà europee e nordamericane, per Milano non parlerei di emergenza sicurezza”, le parole del titolare del Viminale, “qui esiste un tema ‘sicurezza’ e tra emergenza e tema esiste il passaggio tra verificazione di certi reati e quello che fanno le Pubbliche amministrazioni per prevenire”. “Ovviamente”, ha aggiunto Piantedosi, “sto molto attento a non sottovalutare la percezione di sicurezza. Lavoreremo sempre perché anche a livello di percezione dei cittadini ci sia un miglioramento. Milano sconta anche un apprezzabile senso civico e il fatto che la popolazione chiede servizi all’altezza della storia della città”.
Il ministro dell’Interno Piantedosi al vertice con Sala e Fontana in Prefettura: “Reati in linea con altre metropoli internazionali”
Piantedosi ha poi reso noto che nel quadrante della stazione centrale di Milano, i reati come rapine, lesioni e violenza sessuale sono “calati del 39 per cento rispetto al 2019, ultimo anno statisticamente valido per una comparazione dato l’arrivo della pandemia”. Riguardo alla richiesta della maggiore presenza del numero di operatori delle forze dell’ordine avanzata nei giorni scorsi dal sindaco di Milano Beppe Sala e dal governatore della Lombardia Attilio Fontana, il ministro ha ricordato che “a Milano, tra Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di finanza, sono 430 le unità in più di personale nel 2023, metà delle quali già operative”, che al netto dei pensionamenti “portano a circa 250 agenti in più sul territorio”.
Per quanto riguarda le possibili soluzioni il ministro ha evidenziato che “sicuramente le condizioni di marginalità sociale alimentano l’insicurezza, ma soluzioni uniche non ci sono”. “è evidente che la popolazione straniera più facilmente finisce nei gorghi dell’emarginazione”, ha detto ancora Piantedosi, “e un dato che credo vada sfatato è il fatto che basti dare accoglienza per prevenire i reati. Siamo tentati di dire ‘do un permesso di soggiorno e risolvo il problema’, ma non è così”. Estendere la potenzialità dei Cpr per il trattenimento degli stranieri “può essere un elemento complementare ad assoggettare a conseguenze di legge chi commette reati”, ha concluso il ministro Piantedosi, spiegando che su questo punto “anche a Milano c’è condivisione”.
Il sindaco Sala di è detto soddisfatto dopo la riunione col ministro, “perché c’è la consapevolezza che la problematica è complessa e quindi non è adatta a semplificazioni anche se i reati sono in grande diminuzione nell’area della Stazione Centrale, alcuni reati fanno molto rumore”. “Probabilmente anche un maggior presidio non avrebbe evitato quel tipo di crimini che sono avvenuti”, ha affermato Sala. “Un punto di attenzione particolare per Milano emerso”, ha aggiunto, “è quello sui minori stranieri non accompagnati. Oggi ne abbiamo circa 1.500. Attorno ai 1.200 nei luoghi d’accoglienza. Sono un’enormità. E’ un problema delicatissimo”.
“Le stazioni sono calamite di disagio”, ha sottolineato il sindaco, per il quale: “Non è solo un tema di repressione, servono anche equipe di assistenza sociale, volontari che magari lavorano con noi. Milano centrale ha anche questo tipo di problematica, ecco perché con il ministro abbiamo deciso di concentrarci lì”.