Dalla Valle d’Aosta e fino alla Sicilia, oggi gli italiani scenderanno in piazza dando il via a una gigantesca staffetta per la pace lunga oltre 4mila chilometri.
Una manifestazione pacifista senza precedenti, organizzata dal giornalista Michele Santoro con il sostegno di decine di personalità della cultura, dello spettacolo, della politica e della società civile, che si prefigge lo scopo di chiedere al governo di Giorgia Meloni e all’Unione Europea di fermare l’invio di armi all’Ucraina, dove da quattordici mesi si combatte una guerra terrificante, e di promuovere il ritorno alle trattative diplomatiche per trovare una exit strategy dal conflitto che, dopo tanto tempo, resta ancora un tabù.
La giornata
Allo scoccare di mezzogiorno, il flash mob unirà contemporaneamente tutte le regioni d’Italia, con i partecipanti alla staffetta che passeranno idealmente il testimone al camminatore successivo lungo un percorso di circa 4mila chilometri, segnato dai colori della bandiera arcobaleno.
Al termine della staffetta, i partecipanti potranno prendere parte ai diversi appuntamenti ed eventi disseminati tutto lo stivale così da approfondire quanto sta accadendo in Ucraina e perché, davanti alla latitanza dei leader occidentali che sembrano incapaci di parlare di pace, proprio i cittadini possono svolgere un ruolo importante affinché cessino le ostilità.
I firmatari
Che si tratti di un momento storico per il nostro Paese, lo si intuisce proprio dall’impegno dei tantissimi firmatari. Uno sterminato elenco, ormai talmente lungo da essere impossibile da pubblicare per intero, in cui si annoverano nomi del calibro di Alessandro Barbero (docente all’Università del Piemonte Orientale), Donatella Di Cesare (docente di filosofia teoretica all’Università La Sapienza di Roma), Tomaso Montanari (rettore dell’Università per stranieri di Siena), Piergiorgio Odifreddi (matematico e saggista) e di Emiliano Brancaccio (l’economista).
E ancora Ugo Mattei (professore universitario di Diritto e presidente della commissione Dubbio e Precauzione), Massimo Cacciari (filosofo ed ex sindaco di Venezia).
E ancora Luigi De Magistris (leader di Unione Popolare nonché ex sindaco di Napoli), Giuseppe Conte (capo del Movimento 5 Stelle), Fausto Bertinotti (ex leader di Rifondazione comunista) e l’ex onorevole Cristian Romaniello. Non mancano anche gli attori Ascanio Celestini, Elio Germano e Riccardo Scamarcio, come la cantautrice Fiorella Mannoia. Insomma un movimento trasversale, a cui ha aderito anche l’ex sindaca di Roma Virginia Raggi, che promette di essere – a livello globale – il più grande evento pacifista dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia di Vladimir Putin.
Questione di civiltà
Certo organizzare un simile evento non deve essere stato facile tra giornaloni che hanno fatto a gara per tenerlo il più sottotraccia possibile e il pensiero main stream che, per ragioni evidentemente opportunistiche, da mesi non fa altro che dipingere il popolo della pace come dei ferventi filo-putiniani. Tutti tentativi che sono destinati a naufragare davanti alle decine di migliaia di italiani attesi in piazza per gridare in coro la propria contrarietà per le scelte, tanto in Italia quanto nell’Unione europea, che avvicinano di giorno in giorno il rischio di una catastrofe nucleare.
Del resto il messaggio di questa staffetta dell’umanità, come si può leggere sul sito dell’evento, è chiaro: “Dopo più di un anno di guerra in Ucraina e centinaia di migliaia di morti, mettere fine al massacro, cessare il fuoco e dare inizio a una trattativa restano parole proibite. Si prepara, invece, una resa dei conti dagli esiti imprevedibili con l’uso di proiettili a uranio impoverito e il rischio di utilizzo di armi nucleari tattiche”.
Per questo gli organizzatori, come si legge sul sito dell’iniziativa, chiedono di “riaccendere la speranza” mentre tutto il mondo “si prepara a una resa dei conti dagli esiti imprevedibili con l’uso di proiettili a uranio impoverito e il rischio di utilizzo di armi nucleari tattiche”. “Si vuole imporre l’idea che non esista altro modo di porre fine alla guerra se non la vittoria militare di uno dei due contendenti e che l’Italia non possa far altro che continuare a inviare armi, limitandosi a invocare una soluzione diplomatica dai contorni indefiniti”, continua il manifesto.
Una posizione irricevibile dal popolo della pace che, al contrario, si dice certo che esiste un’altra via: “Noi pensiamo che l’Italia debba manifestare in ogni modo la sua solidarietà al popolo ucraino abbandonando, però, qualunque partecipazione alle operazioni belliche. Vogliamo tornare ad essere il più grande Paese pacifista del mondo”.