Malgrado le forti piogge, la siccità non è stata affatto sconfitta e presto tornerà a funestare l’Italia. Questo quanto emerge dal report settimanale dell’Osservatorio Anbi sulle Risorse Idriche secondo cui la recente ondata di maltempo che ha devastato l’Emilia Romagna, in alcuni casi ha parzialmente riequilibrato la situazione mentre in altri hanno causato danni che si vanno a sommare a quelli causati dalla siccità.
L’osservato numero uno resta il Po che nelle ultime 24 ore è cresciuto di 1,5 metri. Il problema, secondo le previsioni di Anbi, è che passata l’ondata di piena è probabile che il grande fiume precipiti in una nuova emergenza idrica. A lasciarlo pensare sono soprattutto i rilevamenti effettuati a Cremona che mostrano come la portata sia ancora al di sotto del minimo storico. Va ancora peggio a Pontelagoscuro dove la portata resta sotto la soglia dei 400 metri cubi al secondo, ossia un flusso insufficiente a contrastare la risalta del cuneo salino.
A beneficiare delle abbondanti precipitazioni di inizio maggio sono i grandi laghi del Nord Italia dove i livelli sono cresciuti in una settimana di oltre il 10%: Lario (54,1% di riempimento) e Sebino (riempimento al 70%) sono tornati sopra la media del periodo, mentre il Verbano non la supera, pur raggiungendo un riempimento del 73%. Non va altrettanto bene, però, al lago di Garda il cui valore di riempimento resta inferiore al 43%.
Anbi lancia l’allarme per il nord Italia
In Valle d’Aosta migliora la portata sia per la Dora Baltea, comunque più che dimezzata rispetto alla media storica, che per il torrente Lys. Storia simile anche in Piemonte dove le piogge hanno lievemente migliorato la situazione ma senza risolverla perché i dati dimostrano che le risorse idriche restano ancora inferiori rispetto al 2022, anno che Anbi da sempre definisce come il più siccitoso della storia recente.
In Lombardia migliora la situazione idrica dove si segnala soprattutto una forte crescita di portata nei fiumi Adda e Serio. Non solo. Negli ultimi giorni sono aumentate sia le risorse idriche anche grazie al rallentamento dello scioglimento delle nevi.
In Liguria, calano i livelli dei fiumi Entella e Vara (l’unico con portata superiore all’anno scorso), mentre Argentina e Magra restano stabili sulle altezze della settimana scorsa (fonte: OMRL). In Veneto si alzano evidentemente i livelli dei fiume Adige (+80 cm), mentre le portate di Livenza e Bacchiglione crescono più lentamente.
Per Anbi il centro-sud tira un sospiro di sollievo
In Toscana le forti precipitazioni di questi giorni hanno interessato soprattutto la zona appenninica, dove si teme per l’esondazione del fiume Santerno. Nelle Marche la situazione idrica resta sostanzialmente stabile con i livelli dei fiumi Potenza ed Esino che sono in calo, mentre restano invariati quelli di Tronto e Nera.
In Umbria le recenti piogge non hanno giovato né al lago Trasimeno e né ai principali corsi d’acqua con il Chiascio, la Nera e il Tevere che registrano un nuovo calo nella portata e restano sotto la media storica. Peggiorano, seppur lievemente, le portate di tutti i fiumi del Lazio mentre in Campania tirano un sospiro di sollievo il Volturno e il Sele le cui portate risultano superiori a quelle degli ultimi anni.
Sorridono Puglia e Basilicata con i rispettivi invasi che crescono di circa 6 milioni di metri cubi rispetto alla settimana scorsa, mentre non va altrettanto bene nei bacini della Sicilia dove permane un deficit del 16% rispetto alla media del periodo.