Il Consiglio dei ministri, su proposta del premier Giorgia Meloni e del ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani, ha dato il via libera alla prosecuzione delle missioni internazionali e delle iniziative di cooperazione allo sviluppo in corso e l’avvio di quattro nuove missioni militari in Ucraina, Libia, Niger e Burkina Faso.
Sono quattro le nuove missioni all’Estero che hanno ricevuto l’ok di Palazzo Chigi. I militari saranno impiegati in Ucraina, Libia, Niger e Burkina Faso
Per quanto riguarda la prosecuzione delle missioni militari in corso, l’Italia, riferisce Palazzo Chigi in una nota, “in considerazione del complesso quadro geo-strategico, contraddistinto da persistenti e duraturi fattori di instabilità e aggravato dal conflitto russo-ucraino, continua a operare nella zona del cosiddetto Mediterraneo allargato. All’esterno del Mediterraneo allargato, permane l’esigenza di mantenere una presenza navale nell’area indo-pacifica”.
“La strategia di impiego dello strumento militare – aggiungono da Palazzo Chigi – continua a basarsi sulla tradizionale adesione alle iniziative delle Organizzazioni Internazionali di riferimento per il nostro Paese (ONU, NATO, EU), non tralasciando la possibilità di cooperare, all’interno di coalizioni ad hoc, con Paesi e attori con i quali condividiamo rapporti di collaborazione o alleanze”.
Le nuove missioni per quest’anno, che si aggiungono a quelle in corso in altri paesi – Bulgaria, Lettonia, Ungheria, Kosovo, Marocco, Libano, Bosnia-Erzegovina, Mali, Somalia, Iraq e Libia -, riguardano la partecipazione di personale militare italiano all’European Union Military Assistance Mission in Ucraina (EUMAM Ucraina); all’European Union Border Assistance in Libya (EUBAM Libia); all’European Union Military Partnership Mission in Niger (EUMPM Niger); alla missione bilaterale di supporto nella Repubblica del Burkina Faso.
La missione Eumam in Ucraina è la più grande che l’Ue abbia mai lanciato
L’EUMAM Ucraina, approvata nel novembre scorso, è la più grande missione militare di addestramento che l’Ue abbia mai lanciato. La missione, a cui hanno aderito una decina di stati membri, punta a preparare i primi 15.000 soldati ucraini per il campo di battaglia. Inizialmente progettata per due anni dovrebbe costare circa 60 milioni di euro all’anno finanziati dal fondo European Peace Facility, utilizzato anche per coprire le forniture di armi a Kiev.