Altro che Rai uno, è TeleDestra. Sì, perché sul primo canale della tv di Stato, quindi pagata dai contribuenti, va in onda dal lunedì al venerdì la nuova striscia Cinque minuti condotta da Bruno Vespa subito dopo il tg delle 20 che è appannaggio quasi esclusivo della destra. Ben lontano quindi da quello che è il “pluralismo” che un canale di Stato dovrebbe garantire. Numeri alla mano, infatti, su diciannove puntate a tema politico finora andate in onda dall’esordio (con ospite Giorgia Meloni), il Centrodestra è stato ospite ben sedici volte (fonte vigilanzatv.it) mentre il Partito democratico è stato confinato a tre apparizioni e il Movimento Cinque Stelle appena a due (e sempre assieme a esponenti della maggioranza).
La nuova striscia Cinque minuti condotta da Bruno Vespa dopo il Tg Uno è appannaggio quasi esclusivo della destra
Non stupisce dunque che la striscia quotidiana post Tg1 sia stata fortemente voluta da questo Governo. Come se non bastasse, anche la situazione nei telegiornali è molto lontana dal garantire il pluralismo. A dirlo è il report dell’Osservatorio di Pavia che ha certificato come la presenza della premier e leader di Fratelli d’Italia sia stata sette volte maggiore rispetto a quella della neo segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, e ben tredici volte maggiore a quella del leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte.
Come se non bastasse l’Osservatorio di Pavia ha certificato che la prima settimana di aprile si è verificato un grave squilibrio informativo nei telegiornali del servizio pubblico a favore di Governo e maggioranza che lavorava nella media delle tre reti generaliste Rai il 66 per cento del tempo di attenzione gestito direttamente. Tutte le opposizioni si attestano sotto il 22 per cento. Addirittura, nella media del Tg1, il tempo in cui viene offerto il microfono al Governo è pari al 52 per cento del totale, mentre governo e maggioranza sommano al 73 per cento, con meno del 14 per cento del tempo gestito direttamente viene assegnato a tutte le opposizioni.
“Si tratta di un dato clamoroso e scandaloso – ha sottolineato senatore del Pd Antonio Nicita, membro della commissione di Vigilanza Rai – che richiede un immediato riequilibrio e che va posto all’ordine del giorno della prossima riunione della commissione di vigilanza, nonché all’attenzione dell’Agcom”. Parlano di “presenza strabordante” del Governo gli esponenti del Movimento 5 Stelle della commissione Vigilanza: “è necessario che il servizio pubblico garantisca maggiore pluralismo ed equilibrio: promuoveremo su questo un atto di indirizzo in commissione di Vigilanza Rai. La questione è di massima rilevanza anche in vista delle prossime elezioni amministrative e regionali”.
Martedì prossimo il telespot al nuovo Riformista co-diretto da Renzi e dal nipote del conduttore Rai
Ma le polemiche non finiscono qui. Perché il prossimo 2 maggio andrà in onda sempre nei Cinque minuti di Vespa un telespot a Matteo Renzi, nella doppia veste di parlamentare-leader di Italia Viva e neo direttore editoriale del Riformista, per l’uscita del primo numero del quotidiano da lui firmato. A molti non è sfuggito che il nuovo direttore responsabile che affiancherà Renzi nella sua nuova avventura è l’ex deputato di Forza Italia e giornalista, Andrea Ruggieri, che si dà il caso è anche nipote proprio di Vespa.
Due personaggi della politica prestati dunque, in modo diverso, all’editoria. Certo è che la combo Renzi-Ruggieri non stupisce. L’ex azzurro ha sempre mostrato apprezzamento per il leader di Italia Viva oltre che condiviso cene e vacanze con altri parlamentari proprio di Italia Viva, tutto sotto i riflettori dei social. Renzi dal canto suo ha sempre avuto una propensione verso gli azzurri senza mai togliersi la casacca della sinistra. Quel che è certo è che la sua nuova avventura da direttore godrà dei riflettori del servizio pubblico. Un privilegio di certo non riservato a tutti.