Non manca molto. Le elezioni comunali sono alle porte – ormai meno di un mese – e le alleanze locali dicono molto anche degli equilibri nazionali. Il centrodestra di governo com’è nella sua natura si rinsalda prima di ogni appuntamento elettorale mentre il “campo largo” del centrosinistra (definizione che già sembra appartenere a un’altra era geologica) va in ordine sparso.
Le elezioni comunali sono alle porte e le alleanze locali dicono molto anche degli equilibri nazionali
L’unica città in cui la compagine di governo non è riuscita a trovare un accordo è Massa, in Toscana. Troppo vicino il voto di Fratelli d’Italia alla mozione presentata dal centrosinistra che lo scorso marzo ha sfiduciato l’allora sindaco Francesco Cipriani sostenuto da Lega e Forza Italia. Persiani è ricandidato sostenuto da leghisti e berlusconiani mentre il partito di Giorgia Meloni ha puntato su Marco Guidi, sostenuto anche dal Nuovo partito socialista e da Noi moderati. Ma è un’eccezione: FdI, Lega e FI si presentano uniti in 12 capoluoghi su 13.
Ad Ancona il centrodestra sostiene la candidatura a sindaco di Daniele Silvetti, a Brescia di Fabio Rolfi, a Brindisi di Giuseppe Marchionna, a Imperia del sindaco uscente ed ex ministro Claudio Scajola, a Latina di Matilde Celentano, a Pisa del sindaco uscente Michele Conti, a Siena di Fabio Nicoletta, a Sondrio del sindaco uscente Marco Scaramelli, a Teramo di Carlo Antonetti, a Terni di Orlando Masselli, mentre a Treviso e Vicenza dei sindaci uscenti Mario Conte e Francesco Rucco.
L’alleanza tra Pd e M5S si ritrova in quattro città capoluogo su 13 (Brindisi, Latina, Pisa e Teramo) a indicare un avvicinamento lento, nonostante i propositi di Giuseppe Conte e Elly Schlein. Il M5S non presenta nessuna lista a Sondrio, in Lombardia, mentre a Brescia, Massa e Treviso ha deciso di correre con Unione Popolare, la lista di sinistra che alle ultime elezioni politiche era guidata da Luigi De Magistris.
A Brescia il candidato sindaco di UP e M5S, Alessandro Lucà, è sostenuto anche da un pezzo di Alleanza Verdi-Sinistra che ha rotto con i vertici nazionali, con tanto di strascico giudiziario dei vertici locali contro il segretario dei Verdi Angelo Bonelli accusato di avere “imposto” l’alleanza con il Pd. Una decisione “infondata e illegittima” secondo la federazione provinciale bresciana dei Verdi. Il Terzo polo che non esiste più presenta comunque una lista unitaria e con il proprio simbolo in 4 di 13 capoluoghi.
A Vicenza e a Brescia le macerie del Terzo polo sostengono i candidati sindaci del centrosinistra Laura Castelletti e Giacomo Possamai, mentre a Pisa e Treviso hanno presentato candidati sindaci autonomi. A Brindisi invece il cosiddetto Terzo polo ha deciso di sostenere il candidato del centrodestra. In quattro città invece la rottura tra Azione e Italia Viva si riflette anche nelle liste: a Siena Azione sostiene il candidato civico Roberto Bozzi, mentre Italia viva il civico Massimo Castagnini; a Massa Azione appoggia il candidato del centrodestra Persiani, mentre Italia viva sostiene quello del centrosinistra Enzo Romolo Ricci.
A Teramo Azione appoggia il candidato del centrodestra Antonetti, mentre Italia viva sostiene Maria Cristina Marroni. A Terni Azione sostiene il candidato del centrosinistra Jose Maria Kenny, mentre Italia viva non si è espressa per nessun candidato. Sullo sfondo rimane il quadro nazionale. È innegabile che l’apertura di credito del Pd nei confronti del M5S (e viceversa) si intraveda, anche se entrambi non vogliono certo siglare vincoli. Il cosiddetto Terzo polo veleggia tra macerie e e abboccamenti a destra e a sinistra. Quelli al governo, come sempre, trovano l’accordo.