Pare che la Meloni non rinnoverà l’accordo con la Cina per la “Via della seta”. Quanti miliardi perderemo? Stiamo pure mandando la portaerei Cavour nello stretto di Taiwan: una provocazione.
Marinella Boni
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Gentile lettrice, vorrei tranquillizzarla sulla Cavour. Essendo una portaerei tascabile, un guscio di noce che anche nel catino mediterraneo passa inosservata, penso che i cinesi reagiranno con un empito di pietà e si metteranno in mare con le loro barche per portare ai nostri marinai thermos di tè caldo e pacchi di biscotti per rifocillarli. Scherzi a parte, qui giochiamo col fuoco. Il tragico Borrell dice che Taiwan, per economia e tecnologia, rientra “nel perimetro strategico dell’Ue”. Allora per le stesse ragioni la Cina dovrebbe pattugliare il Mediterraneo e il Golfo del Texas. Quanto alla Meloni, nella sua sciagurata politica vedo due componenti. La prima è la solita, pro domo sua: compiacere gli Usa, perché la fortuna o la caduta di Giorgia dipendono da un cenno americano. La seconda componente è l’influsso ideale, conscio o inconscio, di quella grandeur da pezzenti che storicamente si realizzò nei madornali errori del Duce: “Spezzeremo le reni alla Grecia” e dovettero andare le armate tedesche per salvare il nostro esercito imbottigliato nelle gole dell’Epiro; poi: “Abbiamo otto milioni di baionette”, ma purtroppo i nemici avevano tutto il resto, aerei, bombe, sommergibili; e infine: “La parola d’ordine è una sola, categorica: vincere! E vinceremo”. Abbiamo visto. Alla fine, però, la Meloni realizzerà uno dei comandamenti del Duce: “Arrivare nudi alla meta!”. Ci stiamo arrivando.
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