L’Italia continua ad armare l’esercito di Zelensky, ma punta ad avere un posto in prima fila nella ricostruzione dell’Ucraina. È questo il tema al centro della conferenza per la ricostruzione del Paese in guerra con la Russia da 14 mesi in programma oggi a Roma e a cui parteciperà anche il primo ministro ucraino, Denys Shmyhal.
L’Italia punta a un posto in prima fila nella ricostruzione dell’Ucraina. A Roma la conferenza con il premier Shmyhal
“Circa mille fra imprese italiane e ucraine lavoreranno insieme per la ricostruzione e ci sarà anche un collegamento con il presidente Volodymyr Zelensky, oltre al discorso conclusivo della presidente del Consiglio” ha annunciato a Radio24 il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. “L’Italia – ha sottolineato Tajani – vuole essere protagonista e fornire solidarietà e sostegno all’Ucraina non solo dal punto di vista militare ma anche per la ricostruzione del Paese”.
Urso: “Bisogna realizzare un piano importante e significativo dell’Unione Europea”
“Bisogna realizzare un piano importante e significativo dell’Unione Europea e della comunità occidentale per organizzare la ricostruzione, che parta già subito: dobbiamo fare di più e di meglio nel sostegno umanitario, ma anche per quanto riguarda alcune attività economiche che sono necessarie per consentire all’Ucraina di produrre” ha detto a Radio Anch’io, invece, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.
Alla conferenza di Roma partecipano oltre 600 imprese italiane
“Significativa”, ha spiegato Urso, anche la presenza alla conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina di “oltre 600 imprese italiane, 150 in ucraina e decine di associazioni di imprese, enti finanziari e istituzioni europee e mondiali”. “Come i grandi paesi dell’Unione Europea abbiamo non soltanto il dovere – ha aggiunto il ministro -, ma anche l’interesse a fare ancora di più e meglio”.
Per Urso la prima cosa da fare è realizzare una piattaforma logistica in una cittadina ucraina
Cosa fare da subito per la ricostruzione in Ucraina? “Realizzare una piattaforma logistica in una cittadina ucraina al confine con l’Ungheria dove – propone Urso -, secondo il governo di Kiev, dovrebbe sorgere un ‘porto secco’, cioè un centro di smistamento ferroviario, logistico e infrastrutturale che consentirà sin da subito di esportare sulle vie terrestri quello che prima veniva esportato dai porti ucraini in parte occupati o comunque bloccati dalle mine e delle navi militari russe”.
“In questo caso, è impegnato un consorzio pubblico privato italiano che, su richiesta del governo di Kiev, realizzerà questa piattaforma logistica che consentirà di esportare le merci ucraine da subito nei confronti anche del nostro Paese: il punto principale sarà il porto di Trieste e di Venezia e la piattaforma logistica di Verona”, ha ricordato il ministro delle Imprese e del Made in Italy.