Se ne parla sempre troppo poco ma l’inquinamento atmosferico è una vera e propria emergenza sanitaria che, soltanto nell’Unione europea, causa la morte di ben 1.200 bambini all’anno. Si tratta di numeri drammatici contenuti nell’ultimo rapporto dell’Agenzia europea dell’ambiente (Aea) pubblicato ieri che dimostrano come la tutela dell’Ambiente, tema che in Italia viene spesso relegato in secondo piano con la sola eccezione del Movimento 5 Stelle che ne fa una battaglia di civiltà, richieda interventi seri e netti per cercare di limitare i danni.
Lo studio riguarda 30 Paesi, compresi i 27 Stati membri dell’Unione europea, e mette nero su bianco che “l’inquinamento atmosferico causa più di 1.200 decessi prematuri all’anno tra i minori di 18 anni in Europa e aumenta significativamente il rischio di malattie in età avanzata”.
Per l’Unione europea la strada è ancora lunga
“Nonostante i progressi compiuti negli ultimi anni, il livello di molti dei principali inquinanti atmosferici continua a rimanere al di sopra delle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, in particolare nell’Europa centrale e orientale e in Italia”, dichiara l’agenzia europea. Insomma un problema che, contrariamente a quanto si pensi, ci riguarda molto da vicino visto che il nostro Paese è tra quelli messi peggio tanto da essere direttamente citato nel rapporto.
Del resto è noto che la pianura padana è tra i territori più inquinati del Continente e si sta facendo troppo poco per migliorare la situazione, con l’aggravante che le ultime decisioni prese dal governo di Giorgia Meloni sembrano andare nella direzione diametralmente opposta rispetto a quella che sarebbe auspicabile tenere.
In particolare non si può notare come le destre di recente hanno optato per alcune strategie discutibili come la battaglia a Bruxelles contro lo stop ai motori a benzina e diesel, oppure con la sospensione del Superbonus 110% che con l’efficientamento energetico ha permesso una riduzione degli inquinanti atmosferici.
Problema planetario
La cosa peggiore è che il report dell’Agenzia europea dell’ambiente spiega chiaramente che l’inquinamento atmosferico è il principale rischio ambientale per la salute umana ed è all’origine di perdita di biodiversità e di ecosistemi. Una piaga sociale che, sempre secondo l’Aea, a novembre ha causato la morte prematura di almeno 238mila persone di tutte le età.
“Oltre ai decessi prematuri”, spiega l’agenzia europea, “l’inquinamento atmosferico causa problemi di salute e comporta costi significativi per il settore sanitario. Nel 2019, per esempio, l’esposizione a PM2,5 si è tradotta in 175.702 anni vissuti con disabilità da broncopneumopatia cronica ostruttiva in 30 Paesi europei”.
La cosa peggiore è che nel report non sono compresi alcuni Paesi, tra cui spiccano il Regno Unito e l’Ucraina, e ciò lascia capire come il dato – già drammatico di suo – è certamente più grave di quanto sembri. Sempre secondo gli ultimi dati pubblicati dall’Aea, nel 2021 il 97% della popolazione urbana è stata esposta, a tutte le età, a un’aria non conforme alle linee guida dell’Oms.
Ma se l’Europa piange, non va di certo meglio nel resto del mondo. Stando all’ultimo rapporto dell’Oms, l’inquinamento atmosferico è responsabile di sette milioni di morti premature all’anno in tutto il mondo. Di queste diverse centinaia di migliaia riguardano bambini con età inferiore ai 15 anni. Insomma un’emergenza sanitaria largamente sottovalutata dalla politica – soprattutto da quella italiana – che tutti, al contrario, dovremmo prendere di petto imprimendo una svolta Green a tutto il pianeta.