Una gang guidata da un ragazzo disabile ha organizzato una spedizione punitiva contro un omosessuale, segregato e picchiato in un casolare, a Vedelago. L’idea messa in atto dal gruppo sarebbe scaturita dopo aver guardato una serie televisiva.
Spedizione punitiva contro un omosessuale a Vedelago, gang guidata da un ragazzo disabile
Punire chi adesca minori online. Era questo l’obiettivo della gang guidato da un ragazzo disabile di venti anni che ha sequestrato e seviziato un uomo di mezz’età all’interno di un casolare in costruzione a Vedelago, in provincia di Treviso. Le forze dell’ordine stanno indagando sulla vicenda e, al momento, si ipotizza che il 50enne non sia stato l’unica vittimadel gruppo. L’ipotesi è stata formulata dopo aver visionato il cellulare del capobanda sul quale erano memorizzati contatti di altri uomini omosessuali.
Secondo quanto riportato da Il Messaggero, il ragazzo che guidava la gang è affetto dalla sindrome di Creuzon. Si tratta di una patologia genetica che si connota per la presenza di anomalie della forma del cranio per precoce chiusura delle suture craniche (craniostenosi), ridotto sviluppo della porzione centrale del volto (ipoplasia), orbite poco profonde che provocano una protrusione dei globi oculari (proptosi oculare). La sindrome colpisce circa un neonato su 50-60 mila.
Il racconto della vittima e la richiesta della perizia psichiatrica per il capobanda
La vittima è stata rinvenuta dai carabinieri a terra, nel casolare in costruzione, imbavagliata con del nastro adesivo e stordita con un teaser. I militari avevano fatto irruzione nello stabile dopo aver notato un continuo andirivieni di ragazzi: per questo motivo, si era pensato che il posto fosse diventato un luogo di spaccio di droghe leggere. Una volta dentro l’edificio, poi, è stata fatta l’atroce scoperta.
Per le autorità, il capobanda sarebbe proprio il 20enne che agiva insieme a un altro ragazzo di 18 anni e a un minorenne. I tre hanno pestato l’uomo e lo hanno ripetutamente minacciato con dei coltelli. Inoltre, hanno preso possesso del bancomat e delle chiavi dell’auto del prigioniero. Il furto ha, inizialmente, spinto i carabinieri a ipotizzare un movente economico. Si è poi scoperto che l’obiettivo della banda fosse punire chiunque accettasse o proponesse di avere rapporti sessuali con minori. L’idea sarebbe venuta al 20enne guardando una serie tv.
La vittima, intanto, ha raccontato alle autorità di aver parlato con il ragazzo un paio di volte in chat, prima di concordare un incontro. E ha riferito di non sapere che “fossero minorenni”. In merito all’inchiesta, di competenza della pm di Treviso Barbara Sabbatini, al giovane affetto da sindrome di Creuzon sono stati contestati i reati di sequestro di persona, lesioni personali e rapina aggravata. Il legare del ragazzo, Elisa Breton, ha già dichiarato di essere intenzionata a richiedere una perizia psichiatrica per far emergere la sofferenza mentale che avrebbe spinto il suo assistito a compiere l’aggressione.
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