Nascondere la polvere sotto il tappeto, per tirare a lucido la città. Giusto il tempo che basta per non sfigurare con i quattro ispettori del Bureau International des Expositions, delegati dall’organismo internazionale con sede a Parigi, in missione a Roma sotto esame per la candidatura ad ospitare l’Expo 2030. Un tour in giro per la città dei quattro provenienti da Angola, Kazakistan, Perù e Svezia, insieme al segretario generale Dimistri Kerkentzes, che si tratterranno fino a domani per verificare, dalla teoria alla pratica, la fattibilità del dossier di oltre 600 pagine presentato dal comitato promotore il 7 settembre a Parigi.
L’ira delle periferie su Gualtieri. Maquillage del sindaco per la visita degli ispettori dell’Expo. L’Infernetto insorge: quartiere abbandonato
Così, come per magia, nei punti strategici, quelli di passaggio degli ispettori, il Campidoglio ha messo particolare cura al decoro urbano e alla pulizia delle strade, con buona pace delle periferie di Roma, ormai ridotte ad agglomerati urbani dove i cittadini sono ostaggio di criminalità e degrado, mentre servizi e manutenzioni sono ormai un lontano ricordo. “Il comune di Roma pulisce solo quando conviene e questo non aiuta. Essere candidati per l’Expo 2030 è una buona cosa che favorisce la città e che abbiano iniziato noi con l’ex sindaca Virginia Raggi, ma hanno mostrato una Capitale efficiente e pulita mentre le periferie sono abbandonate”, commenta il consigliere grillino di Roma Paolo Ferrara, elencando una lunga lista di criticità.
“C’e il problema atavico delle buche stradali, dei rifiuti dei quali la città è sommersa, per non parlare poi della cattiva manutenzione dei mezzi di trasporto. Doveva essere la città dei 15 minuti invece è la città dove si passa mezza giornata alla fermata dell’autobus. Gualtieri non ha mantenuto una promessa di quelle fatte in campagna elettorale – accusa Ferarra -. C’è poi da considerare che i fondi del Pnrr per Roma sono propedeutici alle opere per l’Expo ma è tutto fermo perché mancano i tecnici”. E la Raggi? “Avendo un ruolo di responsabilità importante come quello di presidente della commissione Expo 2030 – conclude Ferrara – sta cercando di costruire e dare una mano. Ma a sollevare le criticità siamo sempre e solo noi”.
Non l’hanno presa per niente bene, di sicuro, all’Infernetto. “Per quanto riguarda la situazione delle strade stiamo cercando di far prendere in carico la rete viaria che risulta al momento composta da 296 strade di cui solo 39 prese in carico dal Comune lasciando di fatto le restanti in carico ai residenti perché considerate private aperte al pubblico transito con tutti gli oneri di manutenzione a carico dei frontisti nonostante esistono sentenze della cassazione che condannano i Comuni a farsi carico di tali oneri”, fa sapere Daniele Cristofaro, del Comitato di quartiere Infernetto Attivo.
“Considerando che il X Municipio è quello con più aree verdi di tutto il territorio romano, risulta una bassissima percentuale di aree verdi in carico al Municipio con conseguente mancanza di gestione del verde – prosegue -. In merito al dissesto idrogeologico sono anni che chiediamo la realizzazione di soluzioni per un corretto deflusso delle acque in caso di forti piogge per evitare ciò che è accaduto nel 2010 quando una persona ha perso la vita a causa dell’allagamento della propria abilitazione”.
Insomma, il rovescio della medaglia: da una parte l’operazione maquillage del sindaco Gualtieri per gli ispettori di Expo 2030, dall’altra il vero volto di una città in abbandono che arranca. “Di tutte le problematiche evidenziate abbiamo costantemente segnalato alle figure istituzionali la nostra posizione ed eventuali soluzioni senza aver mai avuto riscontri concreti”, conclude Cristofaro. La Città eterna sospesa tra il suo vero essere e l’apparire del sindaco Gualtieri.