Stai a vedere che in politica non c’è tema più divisivo del inceneritore di Roma. Se da un lato il sindaco dem Roberto Gualtieri tira dritto per la sua realizzazione, anche in forza dell’appoggio del governatore di Fratelli d’Italia Francesco Rocca, dall’altro ci sono i cittadini che assieme al Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra sono scesi in piazza per esprimere il loro disappunto.
Ieri molti cittadini, assieme al M5S e Alleanza Verdi e Sinistra, sono scesi in piazza nella Capitale contro l’inceneritore
Peccato che a quanto pare perfino il manifestare pacificamente contro un’opera che rischia di creare disagi a tanti romani, nonché possibili problemi di salute, si stia scoprendo un’operazione ai limiti dell’impossibile. Questo perché l’evento malgrado fosse stato organizzato da tempo, anziché tenersi in piazza del Campidoglio, a poche ore dall’inizio è stato spostato – per decisione della Questura – in piazza Madonna di Loreto, adiacente a Piazza Venezia.
Una decisione che è stata presa su input dell’Amministrazione capitolina in quanto, in concomitanza con la protesta contro l’inceneritore, non si poteva escludere una visita a sorpresa in Campidoglio degli ispettori del Bureau international des exposition (Bie), presenti nella Capitale da giorni per valutare la candidatura di Roma a ospitare Expo 2030. In altre parole si è preferito evitare che il malcontento dei residenti fosse sotto gli occhi degli ispettori e, a pensar male, anche rendere meno visibile l’evento stesso.
Insomma nascondere le polemiche sotto al tappeto e continuare a fare come nulla fosse. Che questo fosse l’andazzo lo si era capito già in mattinata quando a lanciare l’allarme in vista di un possibile trasferimento della manifestazione erano stati, con una nota, i Gruppi Consiliari Capitolini M5S e Lista Civica “Virginia Raggi” – Ecologia e Innovazione: “Piazza del Campidoglio verrà negata a chi protesta contro l’inceneritore? Stando ad alcune fonti, la Questura sarebbe in procinto di rifiutare la piazza antistante Palazzo Senatorio al presidio previsto per le 17. Spostare un’iniziativa così importante in un altro luogo, meno visibile e significativo, sarebbe un vulnus grave al diritto di manifestare dei cittadini di Roma e del Lazio. Auspichiamo che le voci sullo spostamento vengano smentite, e che piazza del Campidoglio sia aperta ai romani a cui appartiene”.
Peccato che la risposta tanto attesa non ci sia stata e che, al contrario, poco dopo è arrivata la notizia dell’avvenuto trasferimento. Un cambiamento, per giunta arrivato letteralmente all’ultimo secondo, che chiaramente non è andato giù ai comitati che hanno organizzato l’evento con largo anticipo e che per questo hanno protestato. “Piazza del Campidoglio viene negata al dissenso contro l’inceneritore senza preavviso e senza alcun motivo di sicurezza, con evidente intenzione di voler nascondere e allontanare dalle stanza del Comune, l’associazionismo, i sindacati, la cittadinanza attiva e i sindaci di un intero quadrante che vogliono proporre economia circolare al posto della termovalorizzazione” è quanto dichiarano su Facebook Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio e Stefano Ciafani presidente nazionale di Legambiente.
Il problema, secondo loro, è che “sulla gestione dei rifiuti, come in tutto questo anno, si nega un confronto con la chiara intenzione di nascondere la polvere sotto il tappeto: ma noi tutti non siamo polvere e non c’è tappeto sotto il quale poterci nascondere, saremo a Piazza Venezia più lontani dalle stanze di Palazzo Senatorio e proveremo quindi a far sentire ancor di più le nostre posizioni”.
Ma nel fronte di chi dice No all’inceneritore, ieri si è registrata anche un’inattesa assenza. Si tratta dei Radicali Italiani che, anche loro a poche ore dall’inizio dell’evento, hanno diramato una nota firmata dal segretario Massimiliano Iervolino: “Non parteciperemo alla manifestazione indetta da Legambiente contro il termovalorizzatore a Roma. Per un semplice motivo: oltre alla protesta non si capisce quale sia la proposta. Questo vale soprattutto per le forze politiche che hanno deciso di aderire”. Secondo i Radicali italiani “per esempio non una parola è stata spesa sulla nostra richiesta di appoggiare il referendum consultivo che, se venisse indetto, sarebbe una grande occasione di partecipazione e di decisione da parte della cittadinanza romana”.
“A ciò si aggiunga un’altra fondamentale questione: qual è l’alternativa all’inceneritore di Gualtieri? Ancora non abbiamo sentito una proposta: va bene aumentare la differenziata, vanno bene gli impianti per il recupero di materia da differenziata ma per l’indifferenziato qual è l’idea? Noi una proposta complessiva l’abbiamo fatta: ‘Ripuliamo Roma’. Una strategia per chiudere il ciclo dei rifiuti. Chi protesta cosa propone?” conclude Iervolino.