Davanti ai cambiamenti climatici, non ci si può più voltare dall’altra parte. Questo quanto emerge dall’assemblea annuale del Sindacato nazionale enti bonifica ed irrigazione (Snebi) a cui hanno preso parte numerosi esperti e politici per fare il punto su un’emergenza che da straordinaria è diventata, purtroppo, ordinaria. Come riporta l’Agenzia Dire sul proprio sito web, nel corso dell’evento è stato fatto “il punto su desertificazione e siccità, dissesto idrogeologico e consumo di suolo” e la situazione fotografata non è affatto rassicurante perché emergono dati davvero allarmanti “riguardanti il nostro Paese”. Sul fronte della siccità, il 2022 verrà ricordato come l’anno nero dell’Italia visto che a causa di una diminuzione del “46% delle precipitazioni rispetto al trentennio 1991-2020” sono stati conteggiati ben 6 miliardi di euro di danni alle colture italiane.
Sul fronte della siccità, il 2022 verrà ricordato come l’anno nero dell’Italia con ben 6 miliardi di euro di danni alle colture italiane
Ma c’è di più perché a causa dei terreni sempre più aridi, sono aumentati esponenzialmente gli incendi boschivi tanto che negli ultimi mesi ne sono stati conteggiati 365 mandando in fumo ben “42.569 ettari” di vegetazione. Si tratta di un dato spaventoso visto che corrisponde a +320% rispetto all’anno precedente. Drammatica, prosegue Dire, anche la raccolta dell’acqua piovana visto che, sempre secondo gli esperti, ben l’89% delle precipitazioni vengono disperse nel mare e soltanto l’1,1% vengono “trattenute negli invasi”.
Il piano laghetti dell’Anbi potrebbe migliorare di molto la situazione
Questo è proprio uno dei punti su cui da tempo si batte l’Associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue (Anbi) come ha piegato il suo direttore generale, Massimo Gargano, ricordando l’esistenza del “nostro piano laghetti” che potrebbe migliorare di molto la situazione in quanto “è generatore del lavoro nuovo: che significa non solo fare case e capannoni ma dare sicurezza ai cittadini, dare bellezza ai territori, amplificare quella bellezza e dare acqua a tutto quello che è il made in Italy agroalimentare”. Tutti interventi che porterebbero a circa “21mila nuovi posti di lavoro, a tempo indeterminato”.
Insomma un’emergenza a cui non ci si deve arrendere e subirla passivamente ma che può – e deve – essere affrontata con misure energiche e soprattutto senza perdere ulteriore tempo. Proprio per questo all’evento hanno partecipato anche diversi esponenti delle istituzioni per spiegare ai presenti quali sono le strategie e i passi che l’attuale maggioranza intende intraprendere. Secondo il presidente della IX commissione Agricoltura e Produzione agroalimentare del Senato, Luca De Carlo, “il Decreto siccità” – finito al centro delle polemiche perché annunciato da tempo ma ancora in fase di definizione – “è stato assegnato al Senato e nel giro di pochi giorni inizierà ad essere trattato presumibilmente in commissione Ambiente” dove “per quanto possibile, cercheremo di migliorarlo”.
A fargli eco anche il sottosegretario al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, Claudio Durigon, secondo cui “il decreto Siccità è in fase di definizione. Non è la mia materia di competenza ma spero arrivi presto. È un’emergenza purtroppo davvero importante e anche su questo si devono trovare soluzioni adeguate e le andremo a trovare”. “La carenza di acqua” ribadisce in conclusione il leghista Durigon “riguarda tutta Italia” ed è letteralmente “un’emergenza epocale”.