Dal Pnrr ai migranti, dal Mes al Green deal, le frizioni tra Italia ed Europa sono all’ordine del giorno. E tra i fronti aperti con Bruxelles c’è da aggiungere quello dei balneari che sta diventando anche uno dei più rognosi. La Commissione Ue ha deciso di aumentare la pressione affinché Roma si allinei con la direttiva Bolkestein.
L’Italia rischia di essere deferita da Bruxelles per inadempimento. Difendere la lobby dei balneari può costarci caro
La questione “deve essere risolta urgentemente”, fanno sapere fonti Ue, riferendo che Bruxelles è pronta a inviare – forse già domani – un parere motivato con la richiesta all’Italia di conformarsi “entro due mesi”. Insomma un ultimatum vero e proprio. La premier Giorgia Meloni “si è impegnata a presentare all’Ue proposte molto rapidamente”, riferiscono le fonti. Per giovedì è attesa una nuova sentenza da parte della Corte di giustizia Ue che, viene sottolineato, “potrebbe avere conseguenze e dovrà essere pienamente presa in considerazione”.
Altrimenti, l’Italia verrà deferita e la procedura d’infrazione Ue – avviata a dicembre 2020 – potrebbe proseguire sulla via inesorabile di una maxi-multa. E la sentenza della Corte di giustizia europea, interpellata dal Tar di Lecce sull’applicazione della direttiva Bolkestein sulle concessioni per le spiagge, secondo tutte le previsioni, confermerà la giurisprudenza in materia. Ovvero quella della richiesta di trasparenza e concorrenza che in Italia mancano.
Sarebbe un doppio colpo per l’Italia che sulla questione ha dovuto incassare pure i richiami del Quirinale. L’ultimo intervento, con il decreto Milleproroghe, che prorogava di un anno le concessioni senza gare almeno fino al 31 dicembre 2024, è finito subito, oltre che nel mirino di Bruxelles, anche in quello del Colle. A febbraio Sergio Mattarella ha chiesto al governo di intervenire e rivedere le norme. Poi a inizio marzo c’è stata la bocciatura del Consiglio di Stato. Il tema è delicato. Il governo deve decidere: cercare con Bruxelles un compromesso fra la direttiva Bolkestein e la tutela dei balneari, oppure proseguire nel braccio di ferro.
Lega e Forza Italia chiedono di accelerare la mappatura e l’avvio del tavolo interministeriale, previsto sempre nel Milleproroghe. L’obiettivo è dimostrare che non c’è scarsità del bene demaniale e dunque non si applica la Bolkestein. Più contradditoria la posizione del partito della premier. Anche Fratelli d’Italia è vicina alla lobby dei balneari ma c’è chi spinge per un atteggiamento meno conflittuale con l’Europa.
Meloni – che la settimana scorsa a Palazzo Chigi ha ricevuto il commissario europeo per il Mercato interno e i servizi Thierry Breton – potrebbe assegnare le deleghe a Nello Musumeci. “Le regole europee – ha osservato lo stesso ministro per la Protezione civile e le politiche del mare – non possono essere concepite contro l’economia di uno Stato membro, debbono essere armonizzate. E per questo abbiamo aperto un chiaro e sincero confronto con la Commissione europea”.
Le opposizioni vanno all’attacco. “Trovo irresponsabile che il governo Meloni sui balneari continui a fare le orecchie da mercante mostrando il volto duro del sovranismo”, ha detto il deputato di +Europa Benedetto Della Vedova. ‘’Ora l’Ue fa sul serio: il circo assurdo messo in piedi da Meloni e dai suoi alleati sugli stabilimenti balneari va fermato subito, perché rischia di portare all’Italia un bel deferimento alla Corte di Giustizia Ue”, hanno dichiarato dal M5S, tra gli altri, Chiara Appendino e Alessandra Todde.