Quanto può valere il taglio del cuneo fiscale 2023 in busta paga per i cittadini italiani? La misura è stata annunciata dal Governo a seguito dell’approvazione del Def da parte del Consiglio dei Ministri che si è tenuto nella serata di martedì 11 aprile.
Taglio del cuneo fiscale 2023, ecco quanto vale in busta paga per i cittadini italiani
Per il nuovo taglio al cuneo fiscale – si tratta del secondo intervento dopo quello previsto in Legge di Bilancio –, l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni ha deciso di sfruttare 3 miliardi di risorse. In attesa di scoprire quali saranno i dettagli tecnici del provvedimento approvato in Cdm che regoleranno l’iniziativa, in considerazione delle passate misure, si può ipotizzare quale sarà l’effetto del provvedimento in busta paga per i cittadini italiani: dovrebbe, infatti, essere compreso in un range tra 20 e 40 euro.
I 3 miliardi di euro che il Governo userà per il taglio al cuneo fiscale derivano dalla differenza tra deficit/Pil tendenziale e quello programmatico indicati nel Def. Il primo valore sta ad indicare il livello di indebitamento previsto per l’Italia nel 2023 nel caso in cui l’andamento del Paese continui a essere quello attuale, senza che l’esecutivo provveda a introdurre nuove iniziative di legge. La cifra stimata per l’anno in corso è del 4,35%. Il secondo parametro, invece, indica un obiettivo di deficit calcolato considerando le iniziative che il Governo ha intenzione di adottare e, per questo motivo, viene definito “programmatico”. Il valore, nel Def, è fissato al 4,5% come nella precedente Nadef.
A questo proposito, il Ministero dell’Economia e della Finanza ha diramato una nota ufficiale a margine del Cdm, affermando che la previsione “permetterà di introdurre, con un provvedimento di prossima attuazione, un taglio dei contributi sociali a carico dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi di oltre 3 miliardi di euro a valere sull’anno in corso”.
Stanziati 3 miliardi di euro per la misura: la nota del Mef
Sul taglio al cuneo fiscale, a Porta a Porta, è intervenuto il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso che ha spiegato che i “3 miliardi in più saranno destinati al sostegno dell’impresa e delle famiglie, soprattutto al taglio del cuneo contributivo”. Per il ministro, inoltre, il cuneo “è uno dei problemi del nostro paese” mentre il taglio servirebbe a “incentivare sempre più le imprese ad assumere e soprattutto ad aumentare il salario che resta al dipendente, soprattutto a quello che salario più basso”. E ha aggiunto: “Aumentare le capacità delle famiglie e di coloro che hanno un salario basso, anche e non soltanto attraverso il taglio del cuneo fiscale e contributivo, serve anche a rilanciare i consumi”.
Le dichiarazioni di Urso sono affini alla linea espressa dal Mef che ha precisato che il taglio “sosterrà il potere d’acquisto delle famiglie e contribuirà alla moderazione della crescita salariale. Unitamente ad analoghe misure contenute nella legge di bilancio, questa decisione testimonia, per il ministero, l’attenzione del Governo alla tutela del potere d’acquisto dei lavoratori e, al contempo, alla moderazione salariale per prevenire una pericolosa spirale salari-prezzi”.
In particolare, il ministero ha precisato che la misura consentirà ai lavoratori di recuperare potere d’acquisto dato che l’inflazione sopra l’8% a fronte di busta paga che presentano una crescita di poco superiore al 3% ha dato origine a un preoccupante scompenso nei bilanci familiari. Inoltre, si teme che una crescita incontrollata dei salari continui a fomentare la spirale inflazionistica. In merito a quest’ultimo punti, molti osservatori compresa la Bce hanno ribadito che, sino ad ora, i profitti delle imprese sono aumentati più del costo del lavoro, quindi esistono le condizioni per attutire una risalita dei salari.
Quanto vale in busta paga il taglio al cuneo fiscale 2023?
Per quanto riguarda il taglio al cuneo fiscale, la manovra per il 2023 ha avuto un costo di circa 4,8 miliardi di indebitamento netto. Il beneficio è stato simulato dalla Uil poco dopo l’approvazione della Legge di Bilancio e, come è facile intuire, il vantaggio maggiore riguarda le fasce di reddito al di sotto dei 25 mila euro che beneficiano del taglio del 3% dei contributi. In questi casi, si guadagnano poco più di 40 euro al mese in busta paga, corrispondenti a circa 500 euro all’anno.
Le cifre in dettaglio
In totale, il beneficio è compreso tra poco meno di 20 euro e 40 euro al mese, come dimostra il seguente elenco riepilogativo:
- Redditi lordi fino a 10.000,00 euro con percentuale di detassazione al 3%: 19,25 euro mese/231,00 euro anno;
- Redditi lordi fino a 12.500,00 euro con percentuale di detassazione al 3%: 24,06 euro mese/288,75 euro anno;
- Redditi lordi fino a 15.000,00 euro con percentuale di detassazione al 3%: 28,88 euro mese/346,50 euro anno;
- Redditi lordi fino a 17.500,00 euro con percentuale di detassazione al 3%: 28,81 euro mese/345,69 euro anno;
- Redditi lordi fino a 20.000,00 euro con percentuale di detassazione al 3%: 32,92 euro mese/395,08 euro anno;
- Redditi lordi fino a 22.500,00 euro con percentuale di detassazione al 3%: 37,04 euro mese/444,46 euro anno;
- Redditi lordi fino a 25.000,00 euro con percentuale di detassazione al 3%: 41,15 euro mese/493,85 euro anno;
- Redditi lordi fino a 27.500,00 euro con percentuale di detassazione al 2%: 30,18 euro mese/362,15 euro anno;
- Redditi lordi fino a 30.000,00 euro con percentuale di detassazione al 2%: 32,92 euro mese/395,08 euro anno;
- Redditi lordi fino a 32.500,00 euro con percentuale di detassazione al 2%: 30,51 euro mese/366,07 euro anno;
- Redditi lordi fino a 35.000,00 euro con percentuale di detassazione al 2%: 32,85 euro mese/394,23 euro anno.
Con lo stanziamento di altri 3 miliardi di euro si potrebbe ottenere un raddoppio dei benefici sperimentati con il taglio previsto dalla manovra per il 2023.
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