La parola d’ordine del governo sul Pnrr è minimizzare. E così il ministro Raffaele Fitto afferma che nell’esecutivo e nella maggioranza “si procede benissimo, senza alcuna difficoltà. Sento cose che non esistono”. Dunque le esternazioni della Lega che chiede di gettare la spugna laddove non si riescono a spendere i soldi sono frutto di una montatura giornalistica, evidentemente.
La parola d’ordine del governo sul Pnrr è minimizzare. Per Fitto “si procede benissimo e senza alcuna difficoltà”
Eppure ieri il senatore del Carroccio, Claudio Borghi, è tornato sulla questione. “Se si riesce a fare tutti i progetti bene e rapidi è un’ottima cosa. Problema è se invece ci si rende conto che questi progetti non sono facilmente realizzabili …Il Pnrr sono soldi a prestito, è un muto”. Come frutto di una montatura sarà il dato di fatto che il ministro e vicepremier leghista, Matteo Salvini, è critico sulla realizzazione degli stadi con i fondi europei mentre lo stesso Fitto ha visto i sindaci per studiare il modo di convincere l’Europa a superare le sue criticità proprio sulla realizzazione dello stadio fiorentino e la creazione del Bosco dello Sport a Venezia.
Il ministro respinge le critiche che attribuiscono i ritardi alle modifiche alla governance del Piano apportate dall’ultimo decreto
Il ministro di FdI respinge anche le critiche che attribuiscono i ritardi sul Piano alle modifiche alla governance apportate dal decreto Pnrr in discussione al Senato: “Mi permetto di sottolineare che il decreto deve ancora entrare in vigore”. Quello che sta facendo il governo è “prendere atto di cosa è possibile e cosa impossibile fare”, spiega Fitto: dove ci sono elementi di criticità, “bisogna ragionare serenamente”, puntando ad una “collocazione dei progetti in programmi dove non rischiano di perdere il finanziamento”.
Una delle opzioni del governo è traslitterare alcuni progetti
Una delle opzioni del governo è traslitterare alcuni progetti dal Pnrr alla programmazione della politica di coesione 2021-2027. In tal modo, di fatto, l’attuazione del progetto avrebbe tre anni in più per essere completata. La deadline dei target e delle riforme stabilite dal Recovery fund è nel 2026, quella per la spesa dei fondi europei di Coesione arriva fino a due anni dopo il settennato in corso, ovvero il 2029. Ma servirà l’ok dell’Ue. Alle opposizioni che tornano in pressing perché il governo chiarisca in Aula, Fitto ribadisce la propria disponibilità e aggiunge: “stabilirà il Parlamento quando”.
Una prima occasione potrebbe essere già la prossima settimana quando il dl Pnrr, che ha avuto disco verde dalla Commissione Bilancio di Palazzo Madama, approderà in Aula. Rassicurazioni sull’avanzamento del Piano arrivano anche dal ministro della Salute Orazio Schillaci, che si dice “sereno e fiducioso”: “per quanto riguarda la sanità rispetteremo tutti i tempi”. Ma gli ostacoli sono tanti e si fanno sentire anche i governatori. Il presidente della Liguria Giovanni Toti suggerisce di andare verso un “modello cinese”; il governatore lombardo Attilio Fontana propone di spostare le risorse di chi non è in grado di fare le opere “a chi ha già i progetti e potrebbe realizzarli”.
Per il Pd la maggioranza è “nel totale caos” e il M5s invoca subito un tavolo con le opposizioni
Per il Pd la maggioranza è “nel totale caos” e il M5s invoca subito un tavolo con le opposizioni. Tra le novità inserite nel dl sul Pnrr arriva, attraverso una proposta bipartisan, la possibilità per gli enti locali di stabilizzare i precari assunti a tempo determinato con contratti biennali nell’ambito di una serie di progetti Ue. Sempre per quanto riguarda il mondo del lavoro pubblico arriva l’estensione (anche per gli enti per i quali viene prevista la ratifica della nomina con la sola informativa alle Camere) della possibilità di un incarico retribuito ai vertici dell’amministrazione pubblica per personale in pensione fino al 2026. Arriva poi la proroga, fino a dicembre, dei tempi per l’emanazione dei decreti attuativi della riforma Cartabia sulla magistratura.