Quelli che erano pronti, ma avevano lasciato sul vago a fare cosa, ogni giorno ci tengono a ricordarci che non intendevano riferirsi al governo del Paese. Ieri, facendo il miracolo di trasformare il vino in bava della sua claque, la Meloni al Vinitaly ha detto di non essere preoccupata sui ritardi del Pnrr.
I problemi, insomma, sono un’invenzione, e chissà come mai in Spagna hanno incassato dall’Europa l’ultima rata, mentre qui non c’è più certezza sui tempi e neppure sui fondi così faticosamente conquistati dal Governo Conte. Così si va avanti con le sparate più disparate (e disperate), come il liceo del Made in Italy annunciato dalla premier, rischiando che appena lo sa Rampelli parta la multa per violazione della sovranità linguistica.
Bagattelle – direte – che però servono a nascondere il vuoto cosmico sulle grandi questioni, com’è il Pnrr, ma anche l’autonomia energetica o l’assenza di un modello di sviluppo industriale. È il caso degli schiaffoni volati ieri tra il ministro Urso e il governatore siciliano Schifani. Quest’ultimo ha bloccato le autorizzazioni per produrre energia solare, facendo insorgere il ministro, che gli ha ricordato il rischio di perdere migliaia di occupati nell’Isola.
Ma Schifani, novello Re Sole, ha fatto sapere di poterci ripensare solo in cambio di un nuovo balzello per la Regione. Una follia, visto che chi investe sul fotovoltaico può andarsene in Calabria, in Sardegna o dove vuole, mentre le raffinerie continuano a inquinare le coste siciliane gratis. Eh sì, queste destre erano proprio pronte, non c’è che dire.