I servizi di sicurezza russi hanno fermato Darya Trepova, la donna accusata di avere compiuto l’attentato di ieri in un caffè di San Pietroburgo dove è rimasto ucciso il blogger e attivista russo, Maksim Fomin, alias Vladlen Tatarsky.
Per i Servizi di sicurezza russi è stata Darya Trepova a uccidere il blogger Tatarsky. Ma Kiev e Navalny sono i mandanti
Secondo le autorità russe l’attentato contro il giornalista Tatarsky sarebbe stato “pianificato dai servizi segreti ucraini” con l’aiuto di “persone che collaborano con il cosiddetto Fondo anti-corruzione” dell’oppositore russo Alexei Navalny. Secondo alcune fonti, citate dai media russi, la stessa Trepova, è “una sostenitrice attiva” del Fondo anti-corruzione.
La confessione: “Ho portato una statuetta lì dentro, che è esplosa”
“Ho portato una statuetta lì dentro, che è esplosa”, ha detto Trepova a chi l’ha interrogata dopo l’arresto. Alla domanda su chi le abbia procurato la statuetta, la donna si è rifiutata di rispondere dicendo: “Posso parlartene più tardi”, ha detto.
“Il regime di Kiev sostiene azioni terroristiche” ed ecco “perché l’operazione militare speciale in Ucraina viene compiuta” ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, parlando all’attentato a San Pietroburgo contro Vladlen Tatarsky. “Questo regime è dietro l’assassinio di Darya Dugina e molto probabilmente dietro l’assassinio di Fomin”, ha aggiunto Peskov.
L’attentatrice di San Pietroburgo, secondo Mosca, è “un’attiva sostenitrice” della Fondazione anticorruzione di Navalny
“E’ stato stabilito che l’attacco terroristico al giornalista Vladlen Tatarsky, commesso a San Pietroburgo il 2 aprile, è stato pianificato dai servizi di sicurezza ucraini e ha coinvolto agenti che collaborano con la cosiddetta Fondazione anticorruzione di Navalny, di cui la detenuta Trepova è un’attiva sostenitrice”, si legge nel comunicato del il Comitato nazionale antiterrorismo (NAC) russo.
Era stata arrestata per aver partecipato alle proteste organizzate nelle prime fasi del conflitto in Ucraina
Darja Trepova è una residente di San Pietroburgo. La 26enne, secondo quanto scrive il quotidiano russo Moskovskij Komsomolets si è laureata in medicina dall’Università statale di San Pietroburgo. Dopo l’inizio dell’operazione speciale in Ucraina, Trepova insieme a suo marito Dmitrij Rylov è stata arrestata per aver partecipato alle proteste organizzate nelle prime fasi del conflitto.
A metà marzo la donna ha chiesto a una sua amica di redigere un documento per spiegare che intendeva il Paese ma anche mantenere degli affari in Russia. Da alcune fonti risulta che la giovane ha registrato un’impresa individuale di vendita di abbigliamento ed accessori. La scorsa settimana Trepova ha raccontato agli amici che stava finalmente per lasciare il Paese e recarsi in Turchia, indicando però l’Ucraina come tappa finale del suo viaggio. Le fonti citate dal Moskovskij Komsomolets hanno aggiunto che la giovane avrebbe contattato la sua amica per l’ultima volta verso le 20 di ieri dicendo in un messaggio che “è stata incastrata”.