Solo Conte contrasta la Meloni sulle armi a Kiev. Le altre opposizioni, Pd compreso, si accodano al governo. La Schlein mi ha deluso.
Marisa Molteni
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Gentile lettrice, sono d’accordo: la Schlein, nel suo libro pubblicato appena due mesi fa, racconta le persecuzioni cui furono sottoposti i suoi nonni ebrei in Ucraina e analizza il permanente filonazismo nel Paese di Zelenski. Tuttavia, appena eletta a capo del Pd, la pulzella ha abiurato anche a sé stessa e questo la dice lunga sulla pochezza del personaggio. Quanto alla Meloni, vive un delirio di onnipotenza e ormai si sente una grande statista: “Sosterremo l’Ucraina senza badare all’impatto che ciò possa avere nel breve periodo sul consenso verso la sottoscritta o il governo” ha detto. Pura arroganza. L’ultimo sondaggio Swg dice che la Meloni è già minoritaria nel Paese. La approvano solo i benestanti, le casalinghe e i cattolici praticanti soprattutto al Nord, mentre tutti gli altri – giovani, classi meno abbienti, residenti al Centro e al Sud, laureati, lavoratori dipendenti e abitanti delle grandi città – giudicano il governo “non all’altezza” su tutti i principali temi. Sulla politica estera – dunque guerra e atteggiamento sottomesso verso Ue e Usa – la Meloni è disapprovata dal 64% e mi scusi se è poco. A mio parere i consensi precipiteranno ancora se ci sarà una svolta drammatica nella guerra, come per esempio l’uso delle testate all’uranio impoverito che Londra sta mandando a Kiev e la minaccia di Mosca di usare “armi sporche” per ritorsione. Scenario tutt’altro che impossibile. Farà bene Conte a marcare stretto sul tema della guerra.
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