Omicidio Ziliani, le figlie della vigilessa, uccisa nel settembre 2021, nel corso del processo hanno confermato ancora una volta le loro posizioni. Sono state loro ad uccidere la madre. Una delle due in lacrime durante la deposizione ha chiesto scusa a tutti.
Omicidio Ziliani, le figlie della vigilessa in aula confessano
Il processo sul caso dell’omicidio di Laura Ziliani, ex vigilessa di 55 anni residente a Temù, in provincia di Brescia, continua. Per l’uccisione della donna, dal 24 settembre 2021, sono reclusi in carcere due delle tre figlie della vittima, Silvia Zani (28 anni) e Paola Zani (20 anni), e Mirto Milani, fidanzato di Silvia e amante di Paola. Sia le due figlie della 55enne che il fidanzato/amante sono stati accusati di omicidio. I tre hanno già confessato l’omicidio e l’occultamento del cadavere. Davanti alla Corte d’assise di Brescia le due figlie di Laura sono state chiamate per testimoniare. Le due testimonianze e confessioni ha ulteriormente messo in una posizione quasi di non ritorno dal punto di vista giuridico.
In lacrime spiegano l’accaduto nei particolari
La prima a parlare in aula è stata Silvia Zani. “Quando ho ucciso mia madre ero convinta al 300 per cento che lei volesse avvelenarci. Ci avrei messo la mano sul fuoco. Ora dopo tanti mesi in carcere, non sono più così sicura”. “Eravamo convinti che nostra madre volesse ucciderci. Eravamo spaventatissimi. Non so perché volesse ucciderci, forse perché ero una rompiscatole o perché volevo gestire gli immobili che abbiamo ereditato dopo la morte di mio padre in modo diverso” ha aggiunto Silvia Zani.
Paola Zani, invece, trova rimorso e molto per quello che ha fatto. “Voglio chiedere scusa a tutti. A mia madre che ho ucciso, ai miei zii, a mia sorella, a mia nonna, a tutte le persone di Temù. Mi rendo conto di aver ferito tutto. Mi dispiace per tutto. In assoluto mi dispiace più di tutti per mia mamma”, sono state le parole in lacrime dopo un’ora e mezza di esame in aula, Paola Zani. “Quando è intervenuto in camera (Mirto Milani ndr) dove io soffocavo mamma e mia sorella la teneva ferma, credo che mia mamma fosse già morta. E’ quanto ho rielaborato dopo mesi di carcere”, ha aggiunto Paola.