Sembra che in Italia basti parlare di ‘pace’ o dirsi contrari all’invio di altre armi all’Ucraina per essere tacciati di simpatie per la Russia. Del resto la macchina della propaganda, a cui si sono supinamente accodati i media mainstream, da mesi non fa che polarizzare l’opinione pubblica per poi ripetere ossessivamente che la stragrande maggioranza degli italiani sono strenui sostenitori del supporto incondizionato a Kiev.
Secondo un sondaggio di Euromedia Research quasi il 53% degli italiani è contrario all’invio di armi all’Ucraina
Peccato che secondo Alessandra Ghisleri, direttrice Euromedia Research, le cose non starebbero affatto così. “Invio di armi in Ucraina? La posizione di Giorgia Meloni e le sue parole in Parlamento non sono assolutamente condivise dalla maggioranza degli italiani. Quasi il 53% degli italiani è contrario all’invio di armi ed è difficile per loro comprendere le dinamiche di questa situazione” ha spiegato la Ghisleri nella trasmissione In Onda di La7.
Insomma la favoletta che il Paese è in larga misura d’accordo con la premier viene smontata dai sondaggi. Ma la direttrice di Euromedia Research non si limita a questo e poco dopo spiega che “gli italiani sono spaventati anche dalla parole di Putin, perché si sentono coinvolti in una guerra che li vede lontani”. Insomma è del tutto falso che chi chiede di trovare una via d’uscita dal conflitto sia filo putiniano, semmai è vero che “siamo una generazione nata con la consapevolezza che in Europa non ci sarebbero state più guerre. E quindi tutto questo spaventa i giovani e i loro genitori”.
Poi la Ghisleri spiega che “non vediamo delle grandi involuzioni sul voto. Gli elettori leghisti stanno con la Lega proprio perché è fortemente contraria all’invio di armi, come abbiamo appurato dal discorso di Romeo al Senato. Altri italiani stanno con il M5S per lo stesso motivo. E non sono putiniani. Hanno semplicemente paura, perché nella maggior parte dei casi non hanno gli strumenti per poter comprendere che cosa sta accadendo”.
La furia bellica del premier Meloni non convince gli italiani
Quel che è certo è che questi dati qualcosa significano e cioè che gli italiani non sono così convinti di supportare questo continuo invio di armi come racconta da tempo la Meloni. E probabilmente anche che le politiche belliciste delle destre a lungo andare potrebbero creare mal di pancia nel loro stesso elettorato. Proprio per questo la Lega non fa che rimarcare il proprio scetticismo, probabilmente intuendo che il vento è cambiato e che portare avanti posizioni ‘pacifiste’ può portare il partito a riprendere quota dopo la batosta delle ultime elezioni nazionali.
La Meloni è diventata una paladina per la resistenza ucraina
Tra l’altro continuando a esporsi così tanto, al punto che la premier italiana è diventata una paladina per la resistenza ucraina, il rischio è di risultare ‘più lealisti del Re’. Può sembrare una battuta ma non lo è perché con le elezioni statunitensi del prossimo anno, il supporto dell’Occidente – già oggi tutt’altro che granitico – potrebbe sgretolarsi di colpo. Già perché negli Stati Uniti, come già visto con il caso dell’Italia, il malcontento per questa guerra cresce di ora in ora e sta già trovando una valvola di sfogo nel partito repubblicano tanto che sia l’ex presidente Donald Trump che il suo principale sfidante alle primarie, il governatore della Florida Ron DeSantis, hanno già avvisato che con loro al comando terminerà il supporto all’Ucraina.
In tal senso sono inequivocabili le parole di DeSantis che in un recente comizio ha detto: “Gli Stati Uniti hanno molti interessi nazionali a cui badare. E rimanere invischiati in una disputa territoriale tra Russia e Ucraina non è uno di questi”. Certo tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare ma se il buongiorno si vede dal mattino, nel caso in cui dovessero spuntarla i repubblicani su Joe Biden allora Meloni rischierebbe di trovarsi da sola in prima linea.