Gualtieri sul Piano Casa del Campidoglio difende l’assessore Zevi. “La sua”, secondo il sindaco, “è una linea giusta perché sta consultando tutte le categorie. È un metodo sensato. La chat”, dice, “è uno strumento di informazione e consultazione”.
Dunque, a suo avviso, tutto regolare. Dopo giorni di bufera, anche il primo cittadino, sollecitato da più parti, interviene così nel dibattito che si è aperto dopo che la trasmissione televisiva Fuori dal coro ha mostrato una chat tra l’assessore al Patrimonio e alle politiche abitative di Roma Capitale, Tobia Zevi, il presidente della commissione Politiche abitative di Roma, Yuri Trombetti, e un esponente dei Movimenti per il diritto all’abitare, denunciando che il Comune di Roma prenderebbe ordini dagli abusivi sul Piano Casa.
Fuori gioco
Mentre anche Carlo Calenda si aggiunge al coro di coloro che chiedono a gran voce le dimissioni di Zevi, Gualtieri sfrutta l’occasione per incensarsi, rivendicando un cambio di passo rispetto all’amministrazione di Virginia Raggi.
Durante le registrazioni di un’intervista rilasciata a Fuori dal coro, che andrà in onda integralmente il prossimo martedì, ribadisce che “l’obiettivo è avere più case popolari, zero occupazioni e superare quelle esistenti anche con sgomberi”. E aggiunge: “lo stiamo facendo perché, da quando ci siamo noi, non ci sono più nuove occupazioni di grandi palazzi; sono stati fatti due grandi sgomberi, abbiamo decuplicato l’assegnazione di case popolari e abbiamo un piano per assegnare più case. Quindi una linea precisa per la legalità e per la casa”.
Secondo il sindaco negli anni scorsi su questo tema si sarebbero accumulati ritardi nell’assegnazione delle case, ci sarebbero state tantissime occupazioni e le graduatorie si sarebbero bloccate, affermazioni che non sono piaciute a chi nell’amministrazione Raggi ci ha lavorato – il capogruppo capitolino del M5S Linda Meleo, il capogruppo capitolino della Lista Civica Raggi, Antonio De Santis, i consiglieri capitolini M5S Paolo Ferrara e Daniele Diaco – i quali, infatti, in una nota congiunta hanno espresso il loro stupore nell’apprendere come Gualtieri abbia “magnificato l’operato della sua Amministrazione in materia di Politiche abitative” e ricordando che “l’Amministrazione Raggi è stata la prima nella storia di Roma Capitale a ordinare l’abbattimento delle villette abusive del clan Casamonica e a disporre lo sgombero degli Spada che occupavano alcune abitazioni”.
La stessa Raggi interviene: “Al contrario dell’attuale sindaco che ha inteso sostenere l’abusivismo su Roma con una direttiva a dir poco sconcertante e che difende gli indifendibili rapporti di un suo assessore con il leader degli abusivi, ho sempre perseguito con fermezza e fierezza ideali di legalità e giustizia sociale anche a costo di mettermi contro clan come gli Spada, i Fasciani, i Marando e compari, perché questo è quello che deve fare un sindaco che decide di servire lo Stato e non chi, al contrario, si professa Anti-Stato. Nessuno prima di noi”, continua, “ha combattuto in maniera così veemente e determinata l’illegalità nel nostro territorio”.
Nonostante i proclami di Gualtieri, poi, è stata la stessa Unione Inquilini a bocciare il suo operato e quello del suo assessore. Secondo i dati a disposizione del sindacato, infatti, con l’amministrazione Raggi erano state raggiunte le 250 assegnazioni l’anno, un numero che è sceso drasticamente nell’era Gualtieri, il quale può ‘vantarsi’ di aver assegnato, tra il suo insediamento e gennaio 2023, appena 70 case, ovvero sei al mese.