Una proposta di legge targata Fratelli d’Italia a prima firma Imma Vietri. Obiettivo: abrogare il reato di tortura introdotto nel 2017 dopo un tormentato iter parlamentare. Il testo, presentato in Commissione Giustizia alla Camera, che punta ad abrogare gli articoli 613-bis e 613-ter del codice penale – rimpiazzando il reato con una sorta di aggravante inserita all’articolo 61 – ha scatenato la durissima protesta delle opposizioni che annunciano barricate.
La legge
Ma cosa prevede nello specifico la pdl FdI, composta di due soli articoli? Il primo aggiunge un capoverso all’articolo 61 del codice penale relativo alle Circostanze aggravanti comuni (11-novies).
Consistente nell’aver commesso il fatto “infliggendo a una persona dolore o sofferenze acuti, fisici o psichici, al fine di ottenere da questa o da una terza persona informazioni o confessioni, di punirla per un atto che ella o una terza persona ha commesso o è sospettata di aver commesso…”, o per altro motivo “basato su una qualsiasi forma di discriminazione, qualora tale dolore o tali sofferenze siano inflitti da un funzionario pubblico o da qualsiasi altra persona che agisca a titolo ufficiale…”.
Vengono quindi abrogati gli articoli 613 bis del codice penale, relativo alla ‘tortura’ e il 613 ter, che disciplina il reato di istigazione a commettere tortura. “Governo e maggioranza in tema di diritti nella migliore delle ipotesi sono assenti e indifferenti, in taluni casi li calpestano”, come nel caso dell’abrogazione del reato di tortura, chiosa Anna Bilotti (5S).