Qualche giorno fa la premier Giorgia Meloni ha detto che “l’Italia ha tutte le carte in regola per recitare in Europa un ruolo da protagonista”. Laura Ferrara, europarlamentare M5S, ci dice che ne pensa?
“Giorgia Meloni vive in una realtà parallela. Non c’è un singolo provvedimento europeo da quando lei è al governo che possa attribuirsi come una vittoria o un compromesso onorevole per il nostro Paese. Purtroppo scambia le passerelle a Bruxelles o i confronti con gli altri leader europei come un successo diplomatico, quando invece sono normale amministrazione. Purtroppo per il nostro Paese oggi siamo marginali e isolati in Europa e siamo scesi dalla serie A con Francia e Germania alla serie B con Polonia e Ungheria”.
Dossier auto green. La Commissione accontenta Berlino sugli e-fuels. Mentre è irricevibile la proposta di Roma sui biocarburanti.
“Meloni e Salvini hanno cantato vittoria troppo presto. Davvero pensavano che la Germania li avrebbe salvati dall’ennesima sconfitta europea? Il testo che prevede lo stop alle auto inquinanti a partire dal 2035 era stato già approvato dal Consiglio, tra l’altro con il voto favorevole di Pichetto Fratin, e le linee guida negoziate durante la Presidenza di turno francese. La Germania sta difendendo il suo interesse nazionale senza rinnegare gli impegni ambientali di ridurre del 100% le emissioni delle auto. La posizione dell’Italia era ben diversa e prevedeva, in una lettera sottoscritta assieme ad altri 4 Paesi, il rinvio al 2040 e una riduzione delle emissioni di CO2 del 90% anziché del 100%. Bruxelles negozia con Berlino perché Roma ha poche idee, confuse e contrarie al Green deal europeo”.
Anche sui migranti non ci sono grossi passi in avanti…
“Sui migranti forse sta facendo la figura peggiore. Il blocco navale, promesso in campagna elettorale, è sparito dai radar e nel frattempo il numero dei migranti sbarcati durante i 4 mesi di suo governo sono triplicati rispetto all’anno scorso. La dolorosa vicenda di Cutro ha lasciato dubbi atroci sul comportamento del governo che solo la magistratura potrà dipanare. La verità è che la Meloni non ha nessuna autorevolezza per imporsi a livello europeo su questo tema perché fa gioco di squadra con i sovranisti contrari alla redistribuzione dei migranti e alle vie legali di accesso che rappresentano l’unica via per risolvere il problema. Se i migranti hanno una alternativa legale non si mettono nelle mani di scafisti senza scrupoli”.
Cosa pensa del piano Ue di investimenti?
“Che è insufficiente. L’Europa non può vincere la sfida globale della transizione sostenibile senza risorse aggiuntive. Accettare la sola deroga degli aiuti di stato avvantaggerà solo Francia e Germania e aumenterà le diseguaglianze fra Stati membri. Purtroppo Meloni si è accontentata delle briciole e cioè della possibilità di maggiore flessibilità nell’uso del Pnrr. Doveva invece puntare a provvedimenti più ambiziosi ed efficaci come quello di un nuovo Recovery Fund e l’emissione di nuovo debito europeo”.
Capitolo Mes.
“Meloni aveva definito il Mes come una super troika onnipotente e aveva promesso che FdI avrebbe fatto le barricate contro l’ennesimo tradimento verso il popolo. Siamo passati in pochi mesi dalle barricate allo scodinzolamento e sarà chiaro quando farà l’ennesima clamorosa retromarcia”.
Poi c’è il dossier balneari.
“Temo che la destra stia perdendo tempo con l’obiettivo di indire gare in zona Cesarini e favorire così i grandi gruppi imprenditoriali che hanno a disposizione grandi risorse economiche e professionisti esperti in grado di aggiudicarsi le concessioni più appetibili. Questo svela la vera natura della destra: forte con i deboli e debole se non accondiscendente con i forti”.
L’Italia oppone resistenza sul Green deal anche con il no alla direttiva sulle case green.
“L’Italia, con i suoi circa 7.500 km di coste, è uno dei Paesi più esposti al mondo. L’erosione dei litorali è già oggi una delle minacce più gravi per la mia Regione, la Calabria. e non dimentichiamo il grave problema siccità che sta investendo il Nord Italia. Combattere i cambiamenti climatici dovrebbe essere considerato come interesse nazionale”.
E va anche in direzione contraria rispetto al salario minimo…
“Con il governo Conte l’Italia è stata apripista e modello in Europa sui temi sociali, oggi invece assistiamo a una vergognosa restaurazione. La Meloni sottovaluta l’emergenza salariale in atto. Se il salario minimo, come dice lei, è contro gli interessi dei lavoratori perché allora è previsto in tutti i Paesi europei mentre l’Italia è l’unico Paese in cui il potere di acquisto dei lavoratori non è cresciuto rispetto al 1990? Il salario minimo avrebbe un effetto moltiplicatore spingendo i salari verso l’alto”.
Che possibilità ha la trattativa per modificare Pnrr e Patto di stabilità?
“Sul Pnrr ci sarà maggiore flessibilità nell’uso dei fondi, ma questo è normale visto che nel frattempo il prezzo delle materie prime è cresciuto di almeno il 10%. Io però temo che con la scusa dell’inefficienza delle amministrazioni locali del Sud si distraggano fondi verso il Nord, vanificando quella che deve essere una storica opportunità di crescita e riscatto. Sulla revisione del Patto di Stabilità la bozza della Commissione aveva sicuramente degli aspetti positivi, ma all’Italia manca la capacità di interazione con gli altri Paesi fondatori dell’Ue, Germania e Francia in primis. Sarebbe davvero clamoroso se il governo Meloni chiedesse lo scorporo delle spese della difesa dal calcolo del deficit. Sarebbe uno schiaffo al Paese reale che chiede più investimenti su sanità, istruzione, ricerca e tutela dell’ambiente”.
Gli unici punti di intesa con l’Europa sembrano le armi a Kiev.
“Si, è così. È l’asse con i sovranisti che paghiamo a caro prezzo. L’escalation militare in atto in Ucraina con armi sempre più mortali e potenti mi inquieta molto. Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres sostiene che sia pericoloso isolare la Cina. Sono d’accordo con lui. Un approccio multilaterale aiuterebbe a favorire una forte iniziativa diplomatica per arrivare alla pace”.
Meloni ha detto che lei in Europa non si presenterebbe mai come Giuseppe Conte andò al cospetto di Angela Merkel.
“Conte ha portato a casa 209 miliardi con il Next Generation Eu. Cosa ha portato finora Meloni? Nulla! L’unica prona alle lobby delle armi e ai falchi della guerra è lei”.