L’ex presidente della Camera, Irene Pivetti, è stata rinviata a giudizio dal gup del tribunale di Milano, Fabrizio Filice, con l’accusa di evasione fiscale e autoriciclaggio per una serie di operazioni commerciali, in particolare la compravendita di tre Ferrari Granturismo che, secondo l’accusa, sarebbero servite per riciclare proventi frutto di illeciti fiscali.
L’ex presidente della Camera Irene Pivetti è accusata di una serie di operazioni commerciali che sarebbero servite per riciclare proventi frutto di illeciti fiscali
Il gup ha accolto la richiesta del pm Giovanni Tarzia. A giudizio anche altre cinque persone, tra cui l’ex pilota di rally ed ex campione di Gran Turismo, Leonardo “Leo” Isolani. Il dibattimento, per tutti gli imputati, si aprirà il prossimo 13 giugno davanti alla quarta sezione penale del tribunale.
A processo anche l’ex pilota di rally ed ex campione di Gran Turismo Leo Isolani
Il gup ha disposto il processo anche per la moglie di Isolani, Manuela Mascoli, la figlia di lei Giorgia Giovannelli, il notaio Francesco Maria Trapani e un altro imprenditore, Candido Giuseppe Mancaniello. Nell’inchiesta, condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza e coordinata dal pm Tarzia, è stato ipotizzato un ruolo di intermediazione di Only Italia, società riconducibile a Pivetti, in operazioni del 2016 del Team Racing di Isolani, che voleva nascondere al Fisco (aveva un debito di 5 milioni) alcuni beni, tra cui le tre Ferrari.
La Pivetti, secondo quanto hanno accertato le indagini, in qualità di legale rappresentante di una società con sede in Polonia e di un’altra a Hong Kong, avrebbe aiutato a evadere imposte per oltre 5 milioni di euro, pari al debito fiscale che aveva Isolani.
L’ex presidente della Camera sarebbe stata consapevole “delle difficoltà finanziarie di Isolani” e, sempre secondo l’accusa, avrebbe aiutato l’ex pilato “a sottrarre i beni”, come le tre Ferrari, dalle procedure di riscossione dell’erario. Ma non solo, Pivetti avrebbe usato “mezzi fraudolenti idonei ad ostacolare l’accertamento e indurre in errore l’amministrazione finanziaria”.
Lo scorso settembre la Cassazione aveva confermato il sequestro da circa 3,5 milioni di euro nei confronti dell’ex parlamentare della Lega che ora lavora come operatrice in una mensa sociale. Ma non è tutto. È prevista domani, davanti al Tribunale del Riesame, l’udienza riguardante l’appello avanzato dalla Procura di Busto Arsizio contro il rigetto da parte del gip degli arresti domiciliari nei confronti della Pivetti chiesti nell’ambito dell’inchiesta in cui l’ex presidente della Camera risponde di frode nell’esercizio del commercio e frode in pubbliche forniture per i 15 milioni di euro di mascherine, risultate non a norma, importate dalla Only Italia durante l’emergenza Covid per essere destinate alla Protezione civile.