Sarebbero oltre 16mila i bambini ucraini deportati in Russia dall’inizio dell’invasione. Il dato è stato reso noto dalla presidenza ucraina commentando il mandato d’arresto emesso dalla Corte penale internazionale nei confronti del presidente russo Vladimir Putin e della commissaria russa per i diritti dei bambini, Maria Alekseyevna Lvova-Belova.
Secondo i dati forniti da Kiev sarebbero oltre 16mila i bambini deportati dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina
Secondo il capo dell’ufficio del presidente dell’Ucraina Zelensky, Andriy Yermak, sono “più di 16.000” i casi di deportazione forzata di bambini registrati nei procedimenti oggetto di indagine in Ucraina. “I numeri reali – ha detto – possono essere molte volte superiori. Finora sono stati rimpatriati 308 bambini. È un processo abbastanza difficile, ma ci stiamo lavorando”.
La deportazione forzata dei bambini ucraini è l’accusa contenuta nel mandato d’arresto emesso dalla Cpi nei confronti di Putin e Lvova-Belova
La deportazione dei bambini ucraini, configurata ritenuta dalla Cpi un crimine di guerra e una grave violazione del diritto internazionale, è l’accusa principale contenuta nel mandato d’arresto emesso oggi nei confronti di Putin e Lvova-Belova.
Hofmanski: “È vietato dal diritto internazionale alle potenze occupanti trasferire civili dai territori in cui vivono in altri territori”
“I giudici hanno rivisto le informazioni e le prove presentate dal procuratore e hanno stabilito che si tratta di accuse credibili”, ha detto il presidente della Cpi, Piotr Hofmanski motivando la richiesta d’arresto. “È vietato dal diritto internazionale alle potenze occupanti trasferire civili dai territori in cui vivono in altri territori – ha aggiunto Hofmanski – e i bambini godono di protezione speciale sotto la Convenzione di Ginevra. La Cpi sta facendo la propria parte. È una corte di giustizia. I giudici spiccano mandati di arresto. L’esecuzione dipende dalla cooperazione internazionale”.