Milano, la borseggiatrice Ana si è raccontata in un’intervista a Il Corriere della Sera. La donna, di origini bosniache, si è raccontata sulla sua vita privata ma anche professionale, compresi i suoi guadagni.
Milano, la borseggiatrice che guadagna fino a mille euro a giorno
Ana ha 29 anni, viene dalla Bosnia con 9 figli e nella vita fa la borseggiatrice. La sua zona di riferimento è la linea della metro di Milano tra Duomo e Centrale. La donna ha raccontato la sua vita e si suoi segreti professionali in un’intervista a Il Corriere della Sera. “Guadagno fino a mille euro al giorno. Vado sette giorni su sette, dalla mattina alla sera sulla linea tra Duomo e Centrale”.
“Mi apposto nei pressi dei distributori automatici di biglietti, – continua Ana riferendo del suo modus operandi, – così posso vedere dove il passeggero mette il portafoglio. Quando decido di entrare in azione, seguendo il soggetto a mio giudizio più vulnerabile, spesso donne, mi sfilo il giubbotto e lo tengo al braccio, nascondendo la mano con cui frugherò nella borsa. Se pesco uno smartphone va bene uguale. Ma a volte ho sensi di colpa”.
Poi, ancora sui suoi guadagni: “E’ capitato che in un giorno mettessi in tasca mille euro, un’eccezione, perché anche 500 sono una fortuna, ora che la gente gira con poco contante. Io però ho pazienza. Sette giorni su sette, dalla mattina alla sera”, sono queste le sue parole.
“Il carcere? Non rischio nulla”
Ana non ha paura di finire dietro le sbarre per il suo lavoro non proprio legale. “Un lavoro? Per me è troppo tardi. Il carcere? Non rischio nulla“. Inoltre, la donna ha dichiarato di essere proprietaria di un appartamento proprio a Milano. “Vivo in zona Niguarda, nell’appartamento comprato dai miei genitori, che ora sono in Spagna. Lo condivido con amiche e parenti: le mie colleghe di scippi. Io però preferisco muovermi da sola o al massimo in coppia, tra Duomo e Centrale, per non dare nell’occhio”. Dei figli “se ne occupa in Bosnia mio marito, che non lavora. Mantengo io la famiglia: mando i soldi a casa e non sono pochi”.
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