Che la Vigilanza Rai sia ambita dalla politica, è cosa nota. Del resto è una commissione vitale perché sorveglia sull’attività e sulla correttezza del servizio pubblico radiotelevisivo. E in queste ore, quando il Parlamento si appresta a chiudere la partita della presidenza con Matteo Renzi che sta tessendo le proprie trame per farla finire a Maria Elena Boschi, a far discutere è il fatto che tra i componenti della Vigilanza c’è l’ex segretaria della Cisl e oggi senatrice del Pd, Annamaria Furlan (nella foto).
Tra i componenti della Vigilanza Rai c’è la senatrice ed ex segretaria della Cisl, Annamaria Furlan. Nel 2020 attaccò Report
La parlamentare dem, infatti, in passato è finita al centro di un servizio di Report su presunti maxi stipendi e pensioni d’oro all’interno del sindacato, culminato in uno scontro frontale con il conduttore Sigfrido Ranucci e con la trasmissione stessa accusata di diffondere falsità. Una vicenda complicata e ancora tutta da verificare per la quale l’allora segretaria non ha voluto rilasciare dichiarazioni a Report – malgrado le numerose richieste – preferendo rivolgersi alla Vigilanza con una lettera di fuoco in cui segnalava “la condotta a nostro avviso a dir poco spiacevole della Trasmissione Report” contenente “attacchi strumentali e calunniosi nei confronti della Cisl e dei suoi dirigenti”.
“È possibile realizzare nel nostro Paese un’inchiesta sul sindacato senza essere accusati di attacco alle libertà sindacali?” questo quanto si chiedeva Ranucci il 14 dicembre 2020 in relazione al servizio ‘Gli insindacabili’ per il quale rivelava che “in 25 anni non abbiamo mai riscontrato tanta ostilità e resistenza a rilasciare informazioni e interviste”. La stessa Furlan, ricordava il conduttore, non ha concesso alcun intervento chiedendo “di poter partecipare in diretta” cosa che, spiega Ranucci , “non abbiamo mai fatto perché vogliamo vagliare ogni singola informazione prima di trasmetterla”.
Il giornalista rivelava anche che in tutta questa storia “la cosa che ci ha sorpreso di più è stato scoprire che nelle ore precedenti alla trasmissione” qualcuno “aveva preparato 21 tweet prestampati” in cui si puntava il dito su Ranucci e Report, conditi dalla richiesta di pubblicarli senza fare il semplice “copia e incolla per evitare imbarazzi”. Poi il conduttore raccontava anche che per un suo tweet “mi è arrivata la querela più veloce della storia” che poi, secondo quanto si apprende, sarebbe stata successivamente ritirata.
L’inchiesta giornalistica di Report prendeva le mosse dalla segnalazione del 2015 dell’ex dirigente Cisl, Fausto Scandola, secondo cui “alcuni dirigenti della Cisl avevano accumulato un lordo previdenziale ben superiore a quanto stabilito dal regolamento dell’epoca”. Fatti per i quali, un po’ a sorpresa, Scandola era stato espulso dai provibiri “per aver leso l’onore della segretaria” la quale si era difesa dicendo che “i redditi noi li pubblichiamo”. Tutto ciò è certamente vero ma questa trasparenza, prosegue Report, sarebbe iniziata soltanto a partire dal 2015 con un cambiamento del regolamento mentre “non c’è stata alcuna pubblicazione per i redditi che erano al centro della denuncia di Scandola”.
Una vicenda che già all’epoca era stata affrontata da Le Iene e da diversi quotidiani. C’è da dire che la Furlan durante il suo mandato alla Cgil ha dato il via all’operazione ‘Casa di vetro’ per incentivare la trasparenza, imponendo regolamenti dispositivi obbligatori, un Codice Etico, l’ anagrafe unica degli iscritti e la certificazione dei bilanci. Proprio per questo risulta difficile comprendere come mai, a suo tempo, non abbia voluto offrire la propria versione dei fatti a Report in nome di quella trasparenza e della correttezza del servizio pubblico su cui ora dovrà vegliare in qualità di membro della Vigilanza Rai. Commissione di cui farà parte anche Augusta Montaruli che dopo essersi dimessa da sottosegretaria all’Università a seguito della conferma in Cassazione della condanna per le spese pazze in Piemonte è stata ricompensata dalla maggioranza con una sedia in Vigilanza.
Quel che è certo è che il 9 dicembre 2020, ossia prima della messa in onda del servizio, la Furlan scriveva alla Vigilanza: “La Cisl ha sempre difeso il ruolo libero ed autonomo del servizio pubblico radio televisivo che deve puntare sempre più ad una informazione di qualità, nel rispetto dell’autonomia, del pluralismo e della valorizzazione di tutte le realtà del mondo associativo, sociale e civile”. “Per questo desidero porre alla attenzione della Vigilanza (…) la condotta a nostro avviso a dir poco spiacevole di Report che ha annunciato per il 14 dicembre un’inchiesta sulla trasparenza del sindacato” ma che conterrebbe “attacchi strumentali e calunniosi verso la Cisl e i suoi dirigenti”.