Una nuova Irpef con tre aliquote. Iva azzerata per i beni di prima necessità. Stop alle comunicazioni nei mesi di agosto e dicembre. Ma soprattutto campo libero agli evasori. Il governo Meloni nella delega con cui si propone di rivoluzionare il fisco, approvata ieri dal Consiglio dei ministri assieme al decreto che fa resuscitare il Ponte di Messina, riesce a infilare quello che in Manovra non era riuscito a far passare. Ovvero depenalizza l’evasione “di necessità” e ammorbidisce le sanzioni per il reato di dichiarazione infedele.
Il governo Meloni nella delega con cui si propone di rivoluzionare il fisco riesce a infilare quello che in Manovra non era riuscito a far passare
Insomma dopo aver già varato condoni e sanatorie ora Meloni e i suoi spalancano praterie a chi non ha alcuna intenzione di pagare le tasse. La riforma si propone, a parole, di instaurare un rapporto tra contribuenti e amministrazione finanziaria nella logica di un dialogo: il cosiddetto ‘Fisco amico’. Ma opposizioni e i sindacati, che già evocano la piazza, ci leggono, nei fatti, solo condoni e favori ai più ricchi.
“Io mi sono rotto le scatole – dice senza giri di parole il segretario Cgil, Maurizio Landini – non ci sto più che sono io che pago le tasse anche per quelli che non le pagano, quando le potrebbero pagare più di me”. “È una baggianata dire che si abbassano le tasse a tutti”: così si “favorisce chi sta meglio, chi ha redditi più alti vedrà maggior guadagno”, va all’attacco la segretaria del Pd, Elly Schlein. “È una riforma recessiva”, denuncia il leader M5S, Giuseppe Conte, pronto a scendere in piazza con i sindacati.
Il provvedimento del governo riscrive l’intero sistema fiscale
Il provvedimento del governo riscrive l’intero sistema, dai tributi ai procedimenti e sanzioni, fino ai testi unici e codici. Per renderlo operativo servirà l’approvazione del testo-cornice dal Parlamento e poi il varo dei decreti delegati – si prevede un orizzonte di due anni – che dovranno contenere anche le coperture finanziarie, che in parte dovrebbero derivare dalla revisione delle attuali 600 tax expenditures: sconti, agevolazioni, bonus.
Confermata la nuova architettura dell’Irpef, con la riduzione delle aliquote da 4 a 3. E se la flat tax per tutti resta un obiettivo di legislatura, per i dipendenti arriva la flat tax incrementale. Per le imprese arriva la nuova Ires a due aliquote per far pagare di meno chi più assume ed investe; si punta poi al graduale superamento dell’Irap con priorità per le società di persone, gli studi associati e le società tra professionisti.
Ci sarà il concordato preventivo biennale e un rafforzamento dell’adempimento collaborativo: “Si riscrivono le regole della lotta all’evasione fiscale – dice il Mef – che diventa preventiva e non più repressiva”. Che tradotto significa liberi tutti con la riscrittura di tutto il sistema sanzionatorio. Per le sanzioni penali si userà l’occhio di riguardo per chi si trova impossibilitato a pagare il tributo per fatti a lui non imputabili: nella valutazione della “rilevanza penale” del fatto si terrà conto anche dei casi in cui siano stati raggiunti accordi in sede amministrativa e giudiziaria.
Sanzioni annacquate per il reato di dichiarazione infedele e agevolazioni a chi dichiara di non poter pagare
È previsto poi un alleggerimento delle sanzioni penali, in particolare quelle connesse al reato di dichiarazione infedele, per le imprese che aderiscono alla ‘cooperative compliance’, e che hanno tenuto comportamenti non dolosi e lo comunicano subito al Fisco. Altro effetto “premiale” per chi aderisce all’adempimento spontaneo è l’ulteriore riduzione delle sanzioni amministrative (che può arrivare fino all’integrale non applicazione) per i rischi di natura fiscale comunicati preventivamente in modo “tempestivo ed esauriente”.