“Il ministro Piantedosi venga a riferire in aula alla Camera sulla gestione dei tifosi tedeschi a Napoli ‘che stanno mettendo a fuoco la città’…». Lo ha chiesto, ieri, Dario Carotenuto del Movimento 5 Stelle. Alla richiesta di informativa urgente si è unito anche Francesco Borrelli di Avs. La stilettata è arrivata invece dal leader di Azione Carlo Calenda: “Per una volta che il ministro ‘questurino’ ci stava bene non è pervenuto. Avanti così”, ha twittato, facendo riferimento alla recente dichiarazione del titolare del Viminale nei giorni seguenti al naufragio di Cutro, quando Matteo Piantedosi aveva rivendicato “con orgoglio” il suo “passato da questurino” dopo le critiche arrivate dalla filosofa Donatella Di Cesare in un programma tv.
A Napoli guerriglia tra i tifosi del Francoforte e le forze dell’ordine. Piantedosi non pervenuto, ma per Salvini va bene così
Napoli ieri è stata devastata dai tifosi dell’Eintracht di Francoforte, e i disordini erano attesi. Non serviva essere maghi dell’ordine pubblico per capire le intenzioni della loro “calata” e prendere in via preventiva tutte le contromisure necessarie per impedire che mettessero a ferro e fuoco (in senso letterale: hanno anche incendiato un’auto della polizia) il capoluogo partenopeo. Probabilmente, anche questa volta, il ministro Piantedosi si riterrà esente da responsabilità per quanto accaduto, scaricando la colpa su altri (vedremo chi), forte della protezione del suo sponsor politico, il leader leghista e vice premier Matteo Salvini, del quale l’ex prefetto di Roma era stato capo di gabinetto al Viminale nel 2018.
Il vicepremier Salvini è stato il primo a prendere le difese del ministro dell’Interno
Non a caso il ministro delle Infrastrutture è stato il primo a prendere le difese di Piantedosi: lo ha fatto via Instagram con un post nel quale ha scritto “Questi non sono tifosi, sono criminali. Chissà se in Germania farebbero lo stesso casino. Massima solidarietà e sostegno alle Forze dell’ordine”. Potrebbe perfino avere ragione stavolta Salvini: in Germania probabilmente non sarebbe accaduto nulla di paragonabile a quello successo ieri a Napoli, ma forse perché i tedeschi hanno un ministro dell’Interno all’altezza del suo compito, diversamente da quanto accade in Italia? Per i due Matteo e i loro sodali di centrodestra, le colpe sono sempre dei facinorosi in caso di guerriglia, come ieri a Napoli, o dei migranti che non devono partire, come a Cutro, mai di chi dovrebbe fare in modo che la guerriglia urbana venga repressa sul nascere, oppure che i soccorsi in mare non vengano bloccati facendo morire persone che fuggono da guerre e povertà.
A difesa di Piantedosi si è subito schierato anche il vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Alfredo Antoniozzi: “Il nostro governo, attraverso una relazione fatta propria dalla Prefettura di Napoli e poi confermata dal Tar della Campania, aveva impedito la vendita dei biglietti ai tifosi dell’Eintracht, con relativi striscioni offensivi contro Piantedosi in Germania. Mi chiedo chi e perché li abbia fatti partire”, ha scritto. Quindi l’esponente di FdI ha chiamato in causa “il signor Ceferin, presidente Uefa, che aveva criticato l’iniziativa preventiva del ministro Piantedosi”, chiedendosi “quali provvedimenti prenderà nei confronti della cosiddetta tifoseria tedesca”.
I tifosi dell’Eintracht Francoforte nel 2018 avevano già messo a soqquadro Roma
Ha anche ricordato il precedente di quando i tifosi dell’Eintracht Francoforte avevano messo a soqquadro Roma. Era il 2018 e per la partita di Europa League contro la Lazio dalla Germania erano arrivati in diecimila. Un precedente che avrebbe dovuto indurre il ministro dell’Interno non soltanto a impedire la vendita dei biglietti (anche l’ultimo questurino sa che per gli ultras essere senza tagliando è l’ultimo problema), ma a predisporre un piano di prevenzione che non c’è stato. E se c’è stato è miseramente naufragato.