Mentre si attende che le sanzioni cavalcate dagli Stati Uniti facciano saltare l’intera economia russa, a fallire sono le banche americane. Con un effetto domino sui mercati che, al solito, finiamo per pagare anche in Europa. La vicenda è quella della Silicon Valley Bank (Svb) e della Signature Bank, i due istituti troppo esposti sulle startup e le criptovalute, andati in fallimento nell’arco di poche ore senza che le autorità monetarie di Washington riuscissero ad organizzare una difesa. E ora che lo stesso Joe Biden rassicura gli investitori, e chiede il carcere per i banchieri falliti, il panico ha contagiato tutto il mondo.
Dopo il default di Signature e Silicon Valley Bank adesso tremano First Republic e Western Alliance
Non sarà una nuova Lehman Brothers, ma al momento in Borsa stanno andando in fumo centinaia di miliardi. E le cose peggioreranno se dovessero saltare altri istituti, tra cui la First Republic e la Western Alliance, adesso in bilico. La Casa Bianca perciò si è detta pronta a intervenire con un piano simile a quello adottato (tardi) per Svb. Anche se meglio capitalizzate che nel 2008, le banche americane siedono su 620 miliardi di dollari di perdite non realizzate, e questo agita investitori e analisti.
Biden tenta di rassicurare i contribuenti
Evitare una crisi bancaria è per Biden e la sua amministrazione l’obiettivo principale: in gioco c’è la ripresa economica ma anche la candidatura del presidente al 2024. Ma risulta difficile, nonostante le rassicurazioni, non andare indietro con la memoria alla crisi finanziaria del 2008. Operazioni condotte allora con i fondi dei contribuenti. Cosa che ora non si intende in alcun modo bissare.
Per Svb e Signature Bank i contribuenti – assicurano le istituzioni americane – sono al riparo da costi e perdite: per assicurare tutti i depositi presso le due banche, anche quelli sopra la soglia dei 250.000 dollari della Fdic, sarà usato il Deposit Insurance Fund finanziato dalle banche, oltre agli aiuti concessi dalla Fed in termini di disponibilità del sistema. E in questo contesto rientra l’atteggiamento di Biden verso i manager delle banche fallite: “Devono essere licenziati”, dice.
Ieri, intanto, il panico ha affossato i mercati europei, e i mercati hanno bruciato 291 miliardi di capitalizzazione. Tra i singoli listini Francoforte ha lasciato sul terreno il 3,04%, Parigi il 2,9%, Londra il 2,58%, Madrid il 3,55%. Ma peggio di tutti ha fatto Piazza Affari, dove il peso delle banche sul listino principale, il Ftse Mib, è rilevante e la chiusura ha segnato un bruttissimo -4,03%, con oltre 24 miliardi di capitalizzazione evaporati.
Intanto il crollo dei mercati ha fatto irruzione all’Eurogruppo. La crisi della Svp “ricorda che gli choc nel sistema bancario possono avvenire in qualunque momento e quindi è importantissimo assicurare la resistenza del nostro sistema bancario ed altrettanto importante continuare i nostri sforzi per rafforzare l’unione bancaria”, ha detto il presidente dei ministri finanziari europee, Paschal Donohoe. Le nostre banche – ha aggiunto – “sono in una buona condizione, le abbiamo rafforzate negli ultimi anni e sono oggetto di una stretta vigilanza da parte delle autorità nazionali ed europee”.
Gentiloni: “Non credo che ci sia un reale rischio di contagio in Europa al momento”
Sulla stessa linea il Commissario per gli Affari economici Paolo Gentiloni. “Non credo che ci sia un reale rischio di contagio in Europa al momento”, ha detto. Mentre per il nostro ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, le autorità monetarie americane sono da apprezzare per la tempestività con cui hanno preso le loro decisioni sulla Svb. Chissà che film ha visto. Ma per fortuna ha ragione quando dice che “il sistema bancario italiano ed europeo è regolarmente monitorato dalle autorità di vigilanza che garantiscono la stabilità”.