Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra italiana, il cdm vola a Cutro. Che ne pensa?
“Trovo vergognoso che nessuno del Governo abbia sentito la necessità di andare a Cutro per un momento di vicinanza umana. Se non fosse stato per il Presidente Mattarella che ha deciso di andare a rendere omaggio alle vittime della più grande strage del Mediterraneo degli ultimi anni, le istituzioni sarebbero state assenti. L’unico che è andato a Crotone, Piantedosi, ci è andato per dire che i morti erano degli irresponsabili che non sarebbero dovuti partire. A volte la forma è sostanza, dopo averli abbandonati in mare li hanno abbandonati, vivi e morti, anche a terra”.
Ma bastano dal punto vista politico le spiegazioni di Piantedosi?
“Per nulla. Ieri in aula il Ministro prima ha fornito un freddo elenco di date e di orari, poi, incredibilmente, ha rivendicato le scelte politiche e operative del Governo. Come se tutto fosse andato bene. Va ricordato al Ministro che niente è andato bene e che i morti accertati sono più di settanta? In estrema sintesi: Frontex avverte che c’è un caicco sovraccarico, gli assetti della Guardia di Finanza sono costretti a tornare indietro perché le condizioni del mare sono pessime e a nessuno viene in mente che una barca di legno sovraffollata avrebbe affrontato pericoli mortali. Questo Governo sta facendo di tutto per disincentivare il soccorso in mare: lo fa con le navi della società civile e lo fa evidentemente anche con gli assetti della Guardia Costiera, gli stessi che per anni sono stati il nostro orgoglio per la capacità di salvare persone in mare. Una politica di questo tipo è semplicemente disumana e Piantedosi avrebbe dovuto dimettersi il giorno del naufragio”.
Ora gli unici responsabili delle tragedie sembrano gli scafisti. Di chi sono secondo lei le responsabilità?
“In realtà secondo il Governo i primi responsabili sono gli stessi migranti che dovrebbero rimanere a casa nonostante guerre, persecuzioni e carestie. Dovrebbero, in altre parole, morire a casa loro invece di farlo nel Mediterraneo. Le responsabilità sono invece di chi non consente una migrazione sicura e legale verso l’Europa. Fin quando costringeremo le persone che fuggono a prendere il mare, i responsabili dei loro naufragi saremo anche noi. I trafficanti di uomini sono persone spietate, ma è l’Europa a spingere tra le loro braccia chi vuole scappare”.
Avete denunciato le condizioni del Cara di Crotone. Oggi si è accesa anche la polemica per il trasferimento…
“Il nostro deputato Franco Mari è andato a verificare le condizioni dei sopravvissuti e ha trovato una situazione indecente. Le persone erano ammassate in una struttura scrostata di fronte al Cara di Crotone, trattate come gli animali. Senza vestiti, senza lenzuola, con un solo bagno per uomini, donne e ragazzi. Senza neanche letti sufficienti per tutti. Dopo la nostra denuncia, il Governo le ha trasferite in albergo. Bene, ma mi pare incredibile che sia stato necessario pubblicare le foto delle condizioni indecenti di quegli stanzoni per avere un moto minimo di umanità”.
Ma non si rischia di dimenticare le responsabilità anche del centrosinistra?
“Mi pare di essere stato molto chiaro ieri in Aula su questo punto. Ho sentito da parte dell’opposizione parole che ho profondamente condiviso e però dovremo tutti ricordarcene quando toccherà a noi governare: le parole devono trovare seguito nelle azioni. La legge Bossi-Fini, che impedisce di fatto una migrazione legale, è in vigore in questo Paese da ventidue anni e nessuno l’ha cambiata; gli accordi con la Libia non se li è inventati questo Governo ma sono stati rinnovati, anno dopo anno, da governi di tutti i colori”.
Matteo Renzi propone una commissione d’inchiesta…
“Sono d’accordo, serve una commissione di inchiesta su cosa sia accaduto la notte in cui lo Stato ha abbandonato in mare una barca in difficoltà. Ma serve una commissione di inchiesta su tutti questi anni di criminalizzazione del soccorso in mare e di mancati salvataggi. Spesso è la magistratura che interviene e fa indagini, per esempio, sul ruolo dei libici e sulle relazioni fra l’Italia e la Libia: è tempo che sia la politica a indagare su se stessa e sulle sue scelte”.
La domanda che ripetono tutti: cosa fare? Come affrontare la questione?
“Nell’immediato una risposta è ritirare l’infame decreto contro le organizzazioni non governative, un decreto che dichiara guerra a chi salva le vite. E poi si deve cancellare la Bossi-Fini. Così come vanno stracciati gli accordi con la Libia: basta finanziare i mercanti di uomini, quelli della cosiddetta guardia costiera libica che di giorno indossano la divisa e di notte organizzano le tratte illegali su cui troppe morti abbiamo pianto. Occorre costruire canali legali e magari costruire politiche di cooperazione. Invece ogni volta che c’è da scegliere vengono ridotti i fondi per la cooperazione e aumentati quelli per le armi, ossia ciò che produce guerre e disperazione, o messe in atto politiche energetiche inquinanti, che alimentano la nuova categoria, sempre più grande, dei profughi climatici”.