È stato avviato l’iter che consegnerà al Policlinico di Tor Vergata 80 milioni di euro previsti per il piano oncologico. Come deciso, nella conferenza Stato Regioni, dal ministero della Salute che lo ha riconosciuto come l’unica azienda ospedaliera universitaria ad avere i requisiti per poter accedere a quei fondi nonostante tecnicamente il passaggio a Ospedale Universitario non sia stato completato.
Avviato l’iter che consegnerà al Policlinico di Tor Vergata 80 milioni di euro previsti per il piano oncologico
Un procedimento ancora in itinere che ha visto dopo 17 anni dire addio al Policlinico Tor Vergata e all’Azienda autonoma Policlinico Tor Vergata per trasformarsi in un’azienda ospedaliera universitaria con un protocollo a firma dell’ex rettore, oggi ministro, Orazio Schillaci (nella foto) e dell’ex governatore Nicola Zingaretti. Il passaggio ha creato qualche malumore perché l’Università ha rinunciato “ad azionare qualsiasi pretesa creditoria controversa”.
In particolare ai circa 110 milioni di euro relativi ai mutui contratti dall’ateneo per la costruzione e il completamento del policlinico, oltre alle somme relative al personale, ai lavori di manutenzione e agli altri crediti vantati. Ma a destare ulteriori perplessità è stato il tesoretto di 80 milioni destinato ad azienda ospedaliera universitaria che ancora non sarebbe costituita.
La stessa Corte dei conti ha scritto nel rapporto delle coperture finanziarie della Regione Lazio del 2021 che “l’attribuzione del predetto finanziamento è condizionata alla costituzione dell’azienda ospedaliero-universitaria con legge regionale, emanata successivamente alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, nonché alla sottoscrizione, entro il 31 maggio 2022”.
Una scelta dai contorni poco chiari su cui abbiamo chiesto dei dettagli tecnici al professore di Diritto civile della Sanità e dell’Assistenza sociale presso l’Università degli Studi della Calabria. Ettore Jorio. “Una brutta vicenda quella dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico Tor Vergata”. Da come è nata, da come vive, da come si finanzia in via straordinaria, da come aiutata dall’attuale ministro, già Rettore, con qualche particolare interesse.
La Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, il 26 gennaio scorso ha dato l’Intesa ad una bozza di decreto ministeriale con il quale Schillaci toglie dal cilindro 72 milioni di euro in nove anni – spiega il docente -. Nel copricapo ministeriale, tali quattrini arrivano da una vecchia legge (d.l. 162/2019) che, con il comma 4-nonies dell’art. 25, offriva l’opportunità alle aziende ospedaliere universitarie (d.lgs. 517/1999) di godere di un finanziamento 2020-2029 di otto milioni annui, a titolo di concorso alla copertura di oneri connessi all’uso dei beni destinati alle attività assistenziali”.
In base allo stesso decreto legislativo che impone l’adozione di un decreto che a Tor Vergata non c’è. “Passano gli anni e nei tre riparti 2019, 2020 e 2021 il nulla. Arriva Schillaci ministro e decide di proporre alla Conferenza un decreto di attribuzione dei 72 milioni a Tor Vergata. Ancora non divenuto tale, forse per indecisione o forse perché rischioso – prosegue Jorio -. Lo fa asserendo due cose non propriamente vere, anche se in linea con il decreto legge del 2019 che conteneva una affermazione contraria alle regole costitutive delle aziende ospedaliere universitarie: che Tor Vergata era costituita legittimamente e che sul territorio nazionale non c’erano uguali. Insomma, l’unica a potere godere del malloppo. Se diventa regola, sarà di certo materia della Corte dei conti”. Ancora una volta.