L'Editoriale

La batosta ai poveri è arrivata

La scure sui poveri è arrivata, mentre non c’è traccia dei corsi di formazione e delle altre bugie raccontate prima delle elezioni.

La batosta ai poveri è arrivata

Se in Italia ci fosse una Rai che fa servizio pubblico, sarebbe il minimo sindacale chiedere conto al Presidente del Consiglio di tutte le promesse tradite con i suoi elettori. Le ultime due sono a dir poco clamorose: dal blocco navale siamo arrivati ad aumentare i flussi di immigrati (si parla di 200mila ingressi), e dalla sparizione del Reddito di cittadinanza si è finiti a una brutta copia della stessa misura.

L’unica sostanziale differenza è che di soldi per la povera gente ce ne saranno molti meno. Qui, invece, l’informazione è talmente sdraiata sul potere che non fa notizia l’amministratore delegato della Rai convocato dal capo del governo, come è accaduto ieri, facendo cadere l’ultima foglia di fico sulla vergogna di una tv in teoria indipendente e vigilata dal Parlamento, ma poi nei fatti a disposizione dell’Esecutivo.

Roba che si vede con Putin, Zelensky e i vari regimi in giro per il mondo. Così adesso le milioni di trasmissioni sui furbetti del Reddito di cittadinanza spariranno, mentre gli “occupabili” dovranno accontentarsi di una miseria o tornare a farsi sfruttare per due soldi. Se saranno confermate le anticipazioni di ieri, solo le famiglie con circa settemila euro l’anno di Isee avranno qualcosa, perché le altre, quelle fino a novemila euro l’anno, nella testa della Meloni pasteggiano a ostriche e Champagne.

La scure sui poveri, insomma, è arrivata, mentre non c’è traccia dei corsi di formazione e delle altre bugie raccontate prima delle elezioni. Balle di cui la tv privata è complice e quella pubblica sigillo di omertà.