L’Inail ha diffuso un nuovo report sugli incidenti sul lavoro in Italia: nel 2022, sono stati denunciati oltre 700 mila casi e 1.090 morti.
L’Italia afflitta dalla piaga degli incidenti sul lavoro
Con un incremento di oltre 140.000 casi rispetto al 2021, gli incidenti sul lavoro denunciati in Italia nel 2022 sono stati 697.773. Leggermente in calo gli infortuni con esito mortale anche il dato resta elevato: 1.090 in totale con una media di circa tre morti al giorno. Lo riferiscono i dati del report Inail, da interpretare come numeri in difetto in quanto non tengono conto del lavoro in nero, dove quasi sempre le condizioni di sicurezza sono inesistenti.
“Mancano i controlli sui luoghi di lavoro e spesso si punta a massimizzare il profitto”, ha dichiarato il segretario nazionale della Confederazione Unitaria di Base (Cub), Walter Montagnoli.
Stando a quanto emerge dal rapporto Inail, l’Italia si spacca in due: al Nord, primeggiano gli incidenti sul posto di lavoro. In Lombardia, sono stati registrati più di 131.000 incidenti.
La frattura tra Nord e Sud del Paese si fa più lieve se si guarda agli incidenti mortali. Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte sono le regioni in cui si sono verificati più decessi sul posto di lavoro: rispettivamente 164, 110, 105 e 111 vittime accertate. La situazione, tuttavia, è altrettanto grave anche al Centro e al Sud. In Campania, si sono verificate 128 morti sul lavoro; nel Lazio, 106; in Puglia, 96.
Di circa 700.000 infortuni denunciati, circa 550.000 hanno riguardato lavoratori italiani mentre altri 120.000 hanno coinvolto lavoratori provenienti da altri Paesi. Per Montagnoli, “spesso si tratta di persone che lavorano in situazioni di estrema precarietà” e che “vengono spedite sul posto di lavoro senza alcuna formazione né preparazione”.
Quasi 700mila casi e 1.090 morti nel 2022: i più a rischio sono gli over 55
La fascia di età più esposta agli infortuni è quella tra i 15 e i 24 anni dove l’incidenza percentuale sul totale degli occupati corrisponde al 3,59%. Subito dopo, ci sono i lavoratori e le lavoratrici di età compresa tra i 55 e i 64 anni che sono anche quelli che perdono più spesso la vita sul posto di lavoro.
“Se una persona non più giovane viene mandata su un tetto o su un ponteggio, non c’è da stupirsi se poi cade”, ha denunciato il segretario del Cub. “Una responsabilità da parte delle aziende in questo caso c’è”, ha aggiunto.
Se si considera il genere, gli uomini si infortunano più spetto delle donne (411.000 a fronte di 286.000). Per gli uomini, gli incidenti mortali sono invece 970 mentre, per le donne, sono 120.
Il settore in cui si registrano più incidenti quello delle costruzioni con oltre 34.000 infortuni e 131 morti. Seguono quelli del trasporto con 53.900 infortuni e 117 morti e delle fabbricazioni di prodotti in metallo con 17.000 infortuni e 25 morti.