I correttivi dovranno arrivare in Parlamento. Ecco perché l’attenzione di tutti è ora concentrata sul cammino del decreto legge che tarpa di fatto le ali al Superbonus con lo stop allo sconto in fattura e alla cessione del credito.
Uno studio di Nomisma smonta le balle del premier Meloni sul Superbonus: “Giro d’affari da 195,2 miliardi”
Il Governo ha aperto a correttivi, e, in particolare, all’utilizzo dell’F24 per smaltire i crediti incagliati e all’ipotesi di mantenere la possibilità della cessione per i lavori legati al post sisma e gli incapienti. Ora un tavolo tecnico al Mef dovrà vagliare le varie ipotesi di formulazione di queste modifiche e tradurle in emendamenti.
Il decreto inizierà ufficialmente il suo iter in commissione Finanze domani, con la relazione di Andrea De Bertoldi (FdI). Si proseguirà poi con le audizioni e il 6 marzo scadrà il termine per la presentazione degli emendamenti. E mentre le opposizioni sono sul piede di guerra, con il M5S che chiede un’informativa urgente al ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, per chiarire l’eventuale sussistenza del fantomatico buco nel bilancio dello Stato provocato dalla misura, piovono report che attestano come il Superbonus abbia fatto da vòlano all’economia.
Sono 10,3 milioni le famiglie ancora interessate a un intervento finalizzato all’efficientamento energetico
Per chi ne ha beneficiato il risparmio medio in bolletta è risultato pari a 964 euro all’anno. È quanto emerge da uno studio di Nomisma che evidenzia una riduzione totale delle emissioni di CO2 in 1,42 milioni di tonnellate. L’impatto economico complessivo del bonus sull’economia nazionale è stato pari a 195,2 miliardi di euro. In termini di impatto sociale l’incremento è di 641.000 occupati nel settore delle costruzioni e di 351.000 occupati nei settori collegati. Sono 10,3 milioni le famiglie ancora interessate a un intervento finalizzato all’efficientamento energetico di un immobile di proprietà.
E sono stati 1,7 milioni gli italiani con reddito medio-basso ad aver beneficiato del provvedimento da quando è stato varato a conferma del fatto che la misura ha reso possibile l’accesso alla riqualificazione profonda delle proprie unità abitative a una porzione di popolazione meno abbiente che, altrimenti, non ne avrebbe usufruito.
Bankitalia, invece, pur riconoscendo che gli oneri della misura per il bilancio pubblico restano ingenti afferma che “il Superbonus ha avuto un impatto assai significativo sul settore delle costruzioni” e “circa la metà degli investimenti che hanno beneficiato del Superbonus non si sarebbero verificati in assenza dell’incentivo”.
E ancora. Se è vero da una parte che “in una prima fase, caratterizzata da una circolazione dei crediti d’imposta praticamente illimitata, si sono registrati ingenti volumi di frodi”, dall’altra le limitazioni al numero e alla tipologia di cessioni “ha finito per penalizzare anche le imprese virtuose”. C’è attesa intanto per la decisione di Eurostat e Istat – che verrà comunicata nei prossimi giorni – su come devono essere classificati i crediti d’imposta.
La portavoce della Commissione Ue, Arianna Podestà, ha spiegato che i crediti di imposta edilizi non hanno impatto diretto sul debito pubblico, ma sul deficit e vanno considerati spesa pubblica da contabilizzare all’inizio, cioè quando i crediti sono ottenuti, se classificati come pagabili; se sono considerati non pagabili ridurranno le entrate dello Stato in futuro”.
Intanto Giuseppe Conte ha incontrato i rappresentanti delle categorie imprenditoriali, datoriali e sindacali. “È stato un confronto molto utile, consapevoli che qui l’unico buco non è nel bilancio, ma è invece quello generato da questo decreto preso nottetempo dal governo, che rischia di gettare 130mila occupati per strada e di far fallire 40mila aziende”, ha detto Conte.
Conte: “È un falso gravissimo che un presidente del Consiglio ripeta a pappagallo”
Il leader pentastellato è un fiume in piena. “C’è qualcosa di sbagliato nel ragionamento di Meloni. Non ho mai detto che è una misura che non costava allo Stato. Ho invitato le famiglie a partecipare a questo progetto di transizione energetica”. E attacca: “Tre miliardi di condoni edilizi: è gratis o no? Quando paghiamo 800 milioni per le società di calcio per spalmare i loro debiti è gratis o no? Qui è un falso gravissimo che un presidente del Consiglio ripeta a pappagallo un errore contabile e di ragionamento fatto dal ministro Giorgetti. Dire che costa 2000 euro a persona è un falso, perché c’è un ritorno del 70% immediato. Dati Censis, non M5S. Il che, calcolato spalmando sui 5 anni del Superbonus, diventa 88 euro a persona”.
Si fa sentire anche Confindustria. Che, da una parte, lamenta che le parti siano state convocate dopo e non prima il varo del decreto e dall’altra manifesta disponibilità ad acquisire i crediti. “Se il Governo creasse le condizioni affinché si possano fare cessioni di primo grado tra privati” si potrebbe “individuare una classe di imprese”, che “potrebbero acquistare i crediti ora fermi”.